Dietro al moniker Szlug c’è il producer Francesco Saporito che si descrive come “un viaggiatore dello spazio e del tempo”.
I paesaggi che musicalmente esplora e ci fa esplorare sono delle perle del Mediterraneo sovrapposte a scenari nordici di durezza glaciale.
Nel video del suo brano d’esordio, Protect Us, viene messa visivamente in atto proprio questa fusione tra scorci naturali e cimiteri industriali e altro non è che una denuncia delle cicatrici che la mano dell’uomo ha inferto irreversibilmente al suo territorio.
Il concept è, più in generale, quello di esprimere questa convivenza forzata tra decadenza e bellezza naturale che, nel sound di Szlug, si traduce nell’utilizzo di strumenti tanto analogici quanto digitali.
“Il brano esprime quella sorta d’inquietudine tipica dell’uomo contemporaneo che sta progressivamente perdendo tutti i suoi tradizionali punti di riferimento, compresi anche i luoghi e gli scenari del suo vissuto che stanno sempre più andando alla deriva e verso la desertificazione e, di conseguenza, verso l’oblio. A testimonianza e a riprova di ciò vi sono i cimiteri industriali presenti nel video, luoghi che un tempo erano (non solo miei) importanti punti di riferimento per il territorio e per il suo tessuto sociale e lavorativo“.