L’acronimo inglese ASAP sta entrando sempre più a far parte del linguaggio quotidiano italiano, a prescindere da quanto ci si senta milanesi imbruttiti dentro. Con un’autoironia al contrario molto romana, I Quartieri lo hanno scelto come titolo del proprio secondo album, perché proprio non se ne parlava di dare un seguito all’esordio Zeno il più presto possibile.
Sei anni sono un’infinità nel panorama musicale odierno, e soprattutto nei sei anni che sono trascorsi fra Zeno e Asap sono successe moltissime cose: la musica è cambiata, a Roma e in Italia. Se volessimo addirittura partire dalle origini del trio romano, basterebbe dire che quando I Quartieri esordirono con l’EP Nebulose nel febbraio del 2010:
– a Roma esisteva ancora il Circolo degli Artisti e le band più fiche in città erano I Mostri e i The Jacqueries;
– I Cani avevano pubblicato solo un paio di tracce su Soundcloud;
– i Thegiornalisti si esibivano quasi goliardicamente al Lian
– Calcutta cominciava solo allora ad affacciarsi nei circoli ARCI del Pigneto.
Raccontare cosa è la scena romana in questo momento non serve, proprio ora che il fenomeno sembra aver raggiunto un assestamento e tantissimo è stato detto e scritto.
Anche per questo, (ri)trovare I Quartieri a fine decennio in queste otto belle tracce di Asap non è solo il pretesto per ripensare al tempo che è passato, ma rappresenta soprattutto l’emozione di poter ascoltare nuovamente una band che si è sempre distinta per eleganza, raffinatezza, indipendenza e qualità, fregandosene delle mode del momento.
Per chi li conosceva già è un gradito e inaspettato ritorno. Per chi allora non li aveva intercettati sarà una piacevole scoperta.
Adesso, lasciamo che sia il gruppo a raccontare Asap brano per brano.
Asap
Il trillo iniziale è la sveglia che suona e che mette in moto i pensieri. Questa canzone racconta una riflessione sulla natura dei rapporti e su quanto a volte sia inutile accanirsi per salvarli da un possibile epilogo. La canzone è divisa in due momenti diversi: nel primo c’è nostalgia e senso di attaccamento, nel secondo c’è cinismo e spirito di sopravvivenza.
La musica va di pari passo con le intenzioni del testo.
Siri
L’applicazione Apple è solo un pretesto. Questa canzone parla della Siria e della condizione del popolo curdo. In questi giorni la situazione è precipitata nuovamente a causa di un folle criminale di nome Erdogan.
Il testo è nato durante la lettura di Kobane Calling di Zerocalcare e la canzone è un tentativo di immaginare la situazione di chi vive in prima linea per difendere una comunità vessata.
Vacanze su Marte
Questo pezzo cerca di descrivere il senso di smarrimento che si prova quando la vita che fai ti scorre così veloce tra le dita che non hai neanche il tempo per capirci qualcosa, fai tutto meccanicamente e hai il terrore che se ti fermi sei tagliato fuori. Questa condizione assurda è comune e condivisa dalla nostra generazione e dobbiamo fare attenzione perché ci stiamo ammalando e non ce ne accorgiamo.
Balla balla damerino
Questa canzone parla di certa musica nostrana e di certi suoi protagonisti. Questa fiera di narcisisti che intasano Instagram è stucchevole. C’è anche una folla che applaude in fade in, che attende l’ingresso del nostro eroe.
Vivo di notte
Canzone delle notti insonni, e delle riflessioni che nascono prima dell’alba. Ho lavorato per anni di notte, con i ritmi ribaltati, ma era un buon momento per scrivere visto che prendere sonno poi diventa difficile.
Raggio x raggio
Questa è legata a Vacanze su Marte e a Vivo di Notte. Parla di come un’esistenza frenetica può impattare sulla saluta di una relazione, allungando le distanze tra due persone. Ma per esserci ci devi essere davvero, il pensiero non basta.
Spiaggia bianca
Parla del momento esatto in cui ci si accorge dell’esistenza di un’altra persona, e di come questa cosa sia un episodio della natura che, come tutti fenomeni, passa magicamente inosservato.
6 e 45
Asap apriva con la sveglia. Questo invece è il vespro. Questa è una canzone sull’assenza e sulla mancanza di dialogo. E sulla speranza di rincontrarsi in sogno per parlare ancora.