Arlo Parks, 19 anni di origini nigeriane, è una delle voci più interessanti della Super Sad Generation britannica.
Nel suo Ep d’esordio uscito quest’anno, la giovane artista R&B ci porta sulle montagne russe della sua adolescenza, con del materiale che potremmo definire “emo-black” e che ci dà la misura dello spessore emotivo del suo songwriting.
Le sue influenze vanno dalle poesie di Allen Ginsberg e Sylvia Plath, alla musica di Jim Morrison e Fela Kuti, rimescolate nella realtà di una diciannovenne di Londra che ha trovato nel soul, nel pop e nel jazz il modo di esprimere la sua “confessional, emotional music“.
Il 29 novembre Arlo Parks pubblicherà il suo nuovo EP dal titolo Sophie, anticipato dalla title track (uscita pochi giorni fa) e da Second Guessing, e intanto ha già suonato in supporto a Loyle Carner, segno che la sua ascesa, ormai, sia inarrestabile.
In Italia la vedremo il 22 novembre in occasione del Linecheck Festival di Milano, cui Arlo parteciperà nell’ambito dell’importante progetto Keychange che incoraggia la parità di genere anche nell’ambito dell’industria musicale.
Attraverso lo scouting di personalità internazionali appartenenti a generi sotto-rappresentati nella industry il Keychange invita festival, istituzioni e imprese a dare maggiore spazio a tali soggetti (sottoscrizione qui). Così dal 19 al 24 novembre il Linecheck, ha previsto una serie di panel sul tema della diversity e una line-up che per il 50% dà spazio alle minoranze di genere.
Arlo Parks sarà una delle protagoniste di Linecheck e le abbiamo chiesto di raccontarci le sue influenze musicali attraverso la rubrica Collezione di dischi.