Jesus Is King di Kanye West è un album di soli 27 minuti. Il che è coerente con una tendenza sviluppatasi negli ultimi tempi, cui lo stesso Kanye si è aggrappato nei precedenti Ye e Kids See Ghosts, ciascuno della durata di 24 minuti.
Ma nonostante la durata così compatta, il contenuto di Jesus Is King è molto denso, soprattutto nei testi.
Le produzioni, infatti, malgrado il grosso lavoro di squadra (Benny Blanco, Timbaland, Pi’erre Bourne, BoogzDaBeast, Federico Vindver sono solo alcuni dei nomi che appaiono nei credits delle nove tracce), hanno un sapore di incompiuto, affrettato, leggermente indietro nella loro giusta cottura.
Ciò non è tanto evidente nel modo in cui certi brani attaccano (Every Hour) o finiscono (Selah) quasi bruscamente, quanto in un’assenza di labor limae sulla vocalità di Kanye e nel modo in cui questa si incolla a tutto il resto.
Volendo mettere da parte la produzione, Jesus Is King ci colpisce per tutto il concept che c’è dietro, per l’originalità di un disco in relazione al suo contesto storico e musicale, e per la purezza dei suoi testi.
Il nuovo album di Kanye West, come anticipato, è tutto incentrato sulla Cristianità: è il degno coronamento dell’esperienza del Sunday Service (anche se non è propriamente un album Sunday Service) ed è una celebrazione nuda e cruda di Dio. Dentro non ci troverai i soliti riferimenti al sesso o altre volgarità, perché il progetto presenta frasi pulite, tradizionali, numerose citazioni bibliche e anche quando i versi si fanno più infuocati e aggressivi, in realtà, suonano come nuovi comandamenti religiosi.
Qui di seguito abbiamo provato a spiegare e dare una interpretazione a ciascuna traccia di Jesus Is King di Kanye West.
Every Hour
Il brano di apertura di Jesus Is King è l’unico in cui non c’è la voce di Kanye. L’artista lascia che sia piuttosto il coro del suo Sunday Service a introdurci alle atmosfere del disco. L’intro serve quasi a fare da manifesto all’intero progetto, rappresentando il primo canto celebrativo in onore di Dio.
Diceva Sant’Agostino che “chi canta prega due volte” e in Every Hour sembra che Kanye riprenda il concetto:
“Sing every hour (Every hour, ‘til the power)
Every minute (Every minute, of the Lord)
Every second (Every second, comes)
Sing each and every millisecond (Down)”
Ogni momento della vita quotidiana di un credente è un momento da dedicare alla celebrazione del Signore.
Selah
“Selah” è un termine ebraico che ricorre spesso alla fine dei salmi ma di cui non conosciamo bene il significato. In totale viene usato 71 volte e gli studiosi ipotizzano significhi “sollevare” o “esaltare”. Sappiamo, però, che durante l’Experience di Chicago, Kanye West abbia usato il termine nel senso di “guardare indietro e riflettere”.
Quale che sia il significato biblico di “selah”, in questo brano cui dà il titolo, viene a rafforzare il concetto di servitù cristiana, cioè l’essere letteralmente al servizio di Dio.
Si tratta, chiaramente, di una servitù che non ha nulla a che fare con l’essere schiavo, quanto piuttosto con la libertà e la salvezza che spetta ai figli di Dio.
Qui Kanye West si confronta con Noè e Abramo e ammette che la fede ha salvato anche un disgraziato come lui.
“God is King, we the soldiers
Ultrabeam out the solar
When I get to Heaven’s gates
I ain’t gotta peak over
Keepin’ perfect composure”
“Won’t be in bondage to any man
John 8:33
We the descendants of Abraham
Ye should be made free
John 8:36
To whom the son set free is free indeed
He saved a wretch like me”
Follow God
L’invito a essere seguaci di Cristo continua nella traccia Follow God che è una rivisitazione dei temi religiosi della sua precedente Father Stretch My Hands, Pt. 1 del 2006.
Il brano, che utilizza anche il sample di Can You Lose By Following God di Whole Truth del 1974, sprona a non cedere, nonostante la vita sia piena di ostacoli e momenti bui.
“I’m just tryna find, l’ve been lookin’ for a new way
I’m just really tryin’ not to really do the fool way
I don’t have a cool way, bein’ on my best, though
Block ‘em on the text though, nothin’ else next though
Not another word, letter, picture, or a decimal (Father, I stretch)
Wrestlin’ with God, I don’t really want to wrestle
Man, it’s really lifelike, everything in my life (Stretch my hands to you)
Arguing with my dad, and he said, “It ain’t Christ-like””
Closed On Sunday
L’ode alla famosa catena statunitense di fast food Chick-fil-A è stata un topic molto forte durante le listening session dell’album di Kanye. Il brano intitolato Closed on Sundays omaggia la politica di Chick-fil-A di onorare il giorno del Signore, tenendo chiusa l’attività nel fine settimana, durante il Sabbath.
E qui Kanye incalza invitando, in quel giorno, a stare esclusivamente con la propria famiglia, mettendo da parte i social, i selfie e altre futili distrazioni.
“Closed on Sunday, you’re my Chick-fil-A
Closed on Sunday, you my Chick-fil-A
Hold the selfies, put the ’Gram away
Get your family, y’all hold hands and pray
When you got daughters, always keep ‘em safe
Watch out for vipers, don’t let them indoctrinate”
Nell’ultimo verso si legge un riferimento a Jezebel (la regina d’Israele Gezabele), personaggio biblico che nell’Apocalisse di Giovanni viene accusata di aver indotto i membri della chiesa locale a commettere atti impuri, divenendo così il simbolo di lussuria, superbia e peccato.
Kanye si paragona a lei alla fine di Closed On Sunday, quasi a riconoscere i suoi peccati e a rimettersi alla misericordia del suo Signore:
“I got my weapons in the spirit’s land
I, Jezebel don’t even stand a chance
Jezebel don’t even stand a chance”
On God
In questa traccia prodotta assieme a Pi’erre Bourne, Michael Cerda, e Boogz, Kanye ricorda dell’incidente in auto avuto nel 2002.
In questa esperienza che lo ha messo così a un passo dal perdere la sua vita, la sua famiglia e anche tutto ciò che era diventato, Kanye ha capito di essere sopravvissuto grazie alla volontà divina:
“In ’03, they told me not to drive
I bleached my hair for every time I could’ve died
But I survived, that’s on God”
On God, tuttavia, diventa anche il pretesto per riaprire il discorso sulla polemica relativa al 13esimo emendamento (lo scorso anno il rapper si era schierato a favore della sua abolizione, schierandosi apertamente a favore del Presidente Trump):
“Thirteenth amendment, gotta end it, that’s on me
He the new commander and the chief
That’s on Keef, that’s on God”
Everything We Need
Ty Dolla $ign e Ant Clemons si uniscono a Kanye in questo brano che originariamente avrebbe dovuto chiamarsi The Storm, uscire con Yandhi e includere un verso postumo di XXXTENTACION (poi ritenuto troppo lontano dal concept di purezza del disco).
La tempesta dei primi due versi si riferisce metaforicamente al periodo più buio del rapper, ancora lontano dalla fede. Ora che ha scoperto la luce e cambiato il suo atteggiamento, Kanye sente di essere rinato, di avere tutto ciò di cui ha bisogno e di non desiderare null’altro, al punto da voler addirittura riscrivere la scena del peccato originale, cambiandone il finale:
“What if Eve made apple juice?
You gon’ do what Adam do?
Or say, “Baby, let’s put this back on the tree” ‘cause
We have everything we need (Ooh-ooh, ooh-ooh, oh)”
Water
L’elemento dell’acqua è simbolicamente molto importante nella Cristianità, in quanto metafora di purificazione, attraverso il battesimo e il suo rinnovo, da tutti i peccati.
Kanye sceglie di dare questo titolo alla settima traccia di Jesus Is King, per introdurre al tema della purezza:
“Clean us like the rain in spring
Take the chlorine out our conversation
Let Your light reflect on me
I promise I’m not hiding anything
It’s water
We are water
Pure as water
Like a newborn daughter”
Qui ritorna anche il coro gospel del Sunday Service che contribuisce a dare alla traccia un’atmosfera solenne, liberatoria e di rinascita come quella della celebrazione eucaristica.
Nella seconda parte Kanye si spinge un po’ di più con una serie di invocazioni canoniche (Jesus, please help, give us wealth, e via dicendo) ma tra queste spicca anche l’emblematica:
“Jesus, clean the music“.
God Is
Probabilmente God Is è la traccia più rappresentativa dell’album, in quanto finalmente definisce in positivo cosa sia Dio e cosa significhi ora nella vita di Kanye.
“And I know, I know God is the force that picked me up
I know Christ is the fountain that filled my cup”
Dio è molto più di una religione, spiega Kanye: lui è la sua rivelazione, la sua famiglia, la sua libertà e la sua rivoluzione. Forse non c’è mai stata nella musica una dichiarazione di fede più sincera di questa, accompagnata dalla missione di farsi portavoce di questo cambiamento
“Every time I look up, I see God’s faithfulness
And it shows just how much He is miraculous
I can’t keep it to myself, I can’t sit here and be still
Everybody, I will tell ‘til the whole world is healed
King of Kings, Lord of Lords, all the things He has in store
From the rich to the poor, all are welcome through the door
You won’t ever be the same when you call on Jesus’ name
Listen to the words I’m sayin’, Jesus saved me, now I’m sane”
Hands On
Jesus Is King potrebbe risultare un album ripetitivo, quanto ad argomenti. E in effetti è un album un po’ ostico per quanti si sono ritrovati ad ascoltare un disco rap così pieno di riferimenti biblici, senza riconoscersi minimamente in quei principi, in quel mood o, più in generale, nella fede cristiana. Di fatto Kanye rivela in Hands On di avere lui stesso dei dubbi su come l’album verrà accolto (da tutti i fan e dai cristiani in primis):
“Said I’m finna do a gospel album
What have you been hearin’ from the Christians?
They’ll be the first one to judge me
Make it feel like nobody love me
They’ll be the first one to judge me
Feelin’ like nobody love me”
Difficile definire il target di riferimento di un album come Jesus Is King, desiderato e atteso in maniera euforica e accolto con curiosità, hype, ma anche inevitabili critiche.
Kanye ha voluto fare un album per tutti, soprattutto per le famiglie, e in un certo senso pare lo abbia fatto appellandosi al “Chi mi ama, mi segua” proprio di un pastore cristiano.
E probabilmente la riposta a tutte le eventuali critiche è già contenuta in questo verso di Hands On:
“If they only see the wrongs, never listen to the songs”
Use This Gospel
La traccia Use This Gospel è quella che riunisce i Clipse, duo rap formato da Pusha T e No Malice.
Anche qui il discorso ruota sulla richiesta di perdono e sul tema cristiano della gratitudine: il gospel che quasi chiude il disco di Kanye è l’ulteriore richiesta di misericordia che qui si impreziosisce con il solo di sax finale di Kenny G.
“Use this gospel for protection
It’s a hard road to Heaven
We call on your blessings
In the Father, we put our faith
King of the kingdom
Our demons are tremblin’
Holy angels defendin’
In the Father, we put our faith”
Jesus Is Lord
Jesus Is King si chiude con Jesus Is Lord che, doveva essere il titolo di quest’album secondo le prime dichiarazione della Kardashian.
Il testo è ripreso da una lettera dei Filippesi in cui si dice:
“That at the name of Jesus every knee should bow, of things in heaven, and things in earth, and things under the earth; And that every tongue should confess that Jesus Christ is Lord, to the glory of God the Father”.
Riprendendo quello stesso comandamento, Kanye riassume in versi:
“Every knee shall bow
Every tongue confess
Jesus is Lord
Jesus is Lord
Every knee shall bow
Every tongue confess
Jesus is Lord
Jesus is Lord”
Dopo questa nuova rinascita, Kanye West ha una certezza su tutte: Gesù è il re, Gesù è il Signore, e Kanye è pronto a divulgare il suo vangelo a quanti vogliano ascoltarlo.