È noto che gli artisti trap tendano a ripetere certe caratteristiche: treccine colorate, nomi che sono variazioni sul tema “Lil” o “Yung”, tatuaggi in faccia e via discorrendo. Alle volte però, come in un generatore casuale, queste features si concretizzano in artisti veramente unici. Cecilio G è uno di loro.
Nato a Barcellona 24 anni fa, Cecilio proviene dal barrio Bogatel, la zona olimpica della città catalana, tutta spiagge e birre artigianali dopo il beach volley. La musica di Cecilio non potrebbe riflettere meno la solarità locale. Basta sentire ‘From Darkness With Love’, uno dei suoi brani più intensi, per trovarsi immersi in un vuoto cosmico più che in un locale della Barceloneta: la voce di Cecilio sembra provenire da lontano, da un mondo altro dove l’oscurità ha preso il sopravvento. La canzone esordisce con queste barre: «Sé que he cometido algunos pecados / No sé si algun dia me perdonaré» (So che ho commesso alcuni peccati / non se mi perdonerò un giorno): quando il beat esplode nel ritornello sembra di assistere alla catarsi in diretta del rapper.
Juan Cecilia Ruiz, questo il suo vero nome, è già una leggenda del rap spagnolo. Tra gli iniziatori della trap nel paese iberico, Cecilio ha conquistato la scena con un flusso di mixtape tra il 2014 e il 2016, definendo un suono personale con hit come ‘Gucci Fendy o Prawda ç’. Inoltre, è stato uno dei fondatori della PXXR GVNG (ora Los Santos), la crew che comprende pesi massimi come Yung Beef o Kaydy Cain. Per fare un paragone comprensibile, la PXXR ha avuto un ruolo simile a quello della Dark Polo Gang nel nostro paese, traducendo codici estetici e musicali provenienti dagli USA in uno stile molto personale ma, al tempo stesso, internazionale e fresco. Non a caso, Side Baby ha collaborato con loro ben due volte.
Juan però è una figura troppo unica, si sente stretto nella PXXR e dopo un dissing (ovviamente tramite Instagram stories) si allontana dal gruppo. Unico, per esempio, è il suo animale di riferimento: il Minotauro. Con una vena surrealista, forse ispirata da suoi concittadini illustri come Salvador Dalì o Joan Miró, il nostro si rappresenta proprio come un minotauro sulla copertina del suo mixtape ‘Mad Max Power’. L’animale mitologico greco, narrato anche da Borges, doveva mantenere il controllo sul suo Labirinto e non è un caso che Cecilio si rappresenti così proprio nel disco che lui stesso associa al sentimento della paranoia. Ha dichiarato infatti al quotidiano El Periodico: «Cerco di rendere ogni album un pezzo della mia vita. Questo è un po’ come un film, parla della mia paranoia»
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Eppure, dice nella stessa intervista di non essere ‘molto serio’, evocando quasi una dimensione tragicomica dell’esistenza: «io provo a fare le cose però mi vanno abbastanza male ogni volta. Questa è la mia cosa bella, credo: proprio che mi va male, che è tutto un casino.» Cecilio è consapevole di essere weird, di essere un trapper anomalo, in qualche modo limitato dallo stereotipo che questa figura impone, in Spagna come nel nostro Paese. L’oscurità onnipresente di Cecilio è sempre mitigata da un’ironia molto internettiana. È un nichilismo millennial, una risata nietzschiana davanti alla catastrofe priva di senso della propria vita.
La vita del rapper catalano prende una brutta piega nel novembre del 2018 quando arriva la notizia del suo arresto, in seguito ad un’aggressione avvenuta sulla metro di Barcellona tre anni prima. Il Twitter spagnolo esplode in un tripudio di meme e di hashtag #freececi, a dimostrazione del culto unico che si è creato dietro alla sua figura e alla sua dimensione tipicamente ‘memetica’.
Ma cosa lo rende così speciale?
Prendiamo ‘Hahahah’, un pezzo registrato in carcere grazie a un workshop musicale organizzato nella struttura. Su una produzione acida di Lima Beatz, Cecilio deride i suoi haters spudoratamente, ignorando la sua condizione di cattività e snocciolando riferimenti alla cultura internet: si definisce ‘El Barto’ (alter ego di Bart Simpson) e chiama le sue vittorie un ‘epic win’. Il nichilismo raggiunge il suo apice: in un periodo terribile della sua vita, Cecilio decide di esorcizzare il panico con una risata.
Un simile atteggiamento non poteva che trovare un’affinità con l’etica punk. Sono soventi i paragoni tra trap e punk: molti artisti d’oltreoceano - come Lil Uzi Vert e Playboi Carti - hanno associato il loro stile a quello punk. Si trattava però di una questione estetica. Cecilio invece non fa compromessi e la scorsa estate rilascia un vero disco punk. Sotto lo pseudonimo di YONOSOYTUPADRE, il catalano ha presentato “De vuelta al pantano” (Di nuovo nel pantano), insegnando ai colleghi trapper cosa intendeva davvero Sid Vicious nel 1977. Il delirio accelerato di Cecilio raggiunge un apice con la quinta traccia del progetto, il cui titolo è già tutto un programma “Orgïa jarekrisna”: con una verve degna del miglior Ferretti, l’artista catalano urla di orge scambiste, tour di fantasmi e di “cruising tibetano”.
Il rapper esce di galera già nel Novembre 2018, ottenendo uno sconto per buona condotta. Per prima cosa, si va a mangiare un kebab
Poi twitta, #FreeJordis, schierandosi con due attiviste catalane - entrambe di nome Jordi - imprigionate per sedizione e ribellione contro lo stato, come molte delle vittime della repressione spagnola.
Il Cecilio del 2019 è un’artista che sta risalendo il baratro, più concentrato che mai sulla musica. Ha già rilasciato due mixtape: ‘Million Dollar Baby’, sulla cui cover svetta Harry Potter, e ‘Todos Presos’. L’intro di Milion Dollar è uno dei suoi pezzi migliori di sempre. Su un beat che campiona ‘In My Mind’ di Dynoro & Gigi D’Agostino (come l’originale Polo Nord di Massimo Pericolo), Cecilio apre la sua anima con una strofa che esprime il meglio della sua poetica maledetta e surreale, in cui finisce per ripetere ossessivamente ‘Daria la vida por verte’ (Darei la vita per vederti). Il disco si chiude in maniera ancora più sorprendente, con una cover di un classico iberico anni ’70 “Porque te vas”, cantato dalla giovane stella King Juan.
Cecilio rimane ancora un amabile cazzone: lo ha dimostrato al Sonar Festival, lo scorso luglio, dove si è presentato a cavallo, attirando ammirazione e molte critiche.
Lo ha dimostrato ancora con un irresistibile singolo baile funk, ‘Pikete Espacial’, in cui paragona il suo pene a quello del Dottor Mahnattan di Watchmen. È impossibile sapere cosa aspettarci nel futuro da un’artista del genere.
Quello che possiamo dire con certezza è che conviene rimanere sintonizzati sulle linee di Cecilio G, il rapper più pazzo di Spagna.
Testo di Alessandro Longo.