I cantautori degli ultimi anni ci hanno abituati a dischi che sembrano carousel di Instagram, dove ogni brano è un’istantanea del loro (e anche del nostro) vivere quotidiano. Una scrittura immediata e senza filtri che è figlia di una generazione e di un tempo presente, ormai ben definita, esplorata, cantata, forse quasi esaurita.
Di questa categoria Lucio Corsi non ha mai fatto parte: lui, al contrario, sembra essere figlio di un’altra generazione e come riferimenti non ha i feed e le stories degli altri, ma piuttosto le poesie, le fiabe, gli animali e il glam rock degli anni ’70.
Perciò, dopo Bestiario musicale, ha pubblicato lo scorso venerdì l’album Cosa faremo da grandi? che lo conferma cantastorie senza tempo, con un piede nel 2020 e l’altro chissà dove.
Il disco è prodotto da Francesco Bianconi dei Baustelle ed è composto da 9 tracce che hanno un modo totalmente diverso di raccontare la realtà, affidandosi a un linguaggio evocativo e a suoni immaginifici che danno nuovo lustro agli strumenti del passato.
Nelle prossime pagine scopri i suoi dischi (ma anche le sue opere) fondamentali, che leggi mentre metti in play l’ultimo album: