Nel 2000 Ainett Stephens è tra le dieci semifinaliste di Miss Venezuela. Dieci anni più tardi è al Chiambretti Night in uno dei tanti ruoli un po’ pruriginosi che le reti Mediaset erano soliti assegnare a donne avvenenti per ottuagenari insonni. Chissà se, tra uno stacco e l’altro, Stephens e Chiambretti hanno mai parlato di Surrealismo, in un contesto mediatico che era forse tra i punti più alti di surrealismo televisivo di quegli anni. Ainett e Piero che discutono di un progetto di liberazione creativa e sociale, pronto a rinnovare il nostro rapporto con il mondo per come l’abbiamo sempre conosciuto. Abbattimento della prospettiva razionale grazie alla totale decostruzione del senso partendo dalla teoria freudiana dell’inconscio.
Il surrealismo in parole, opere, omissioni e immagini è anche la cifra stilistica che sembra permeare CATARSI AIWA MAXIBON di Pufuleti; la stessa catarsi mentale che del surrealismo sembra essere uno dei pilastri (Pufuleti, uomo dei PILASTRI).
Dalla Sicilia alla Germania, undici tracce che sono piccoli collage di identità diverse, un viaggio nel tempo: anni’ 90, beat malinconia, anni ’00. Ogni brano del PUFU è una dose di dolore dolce, di quelle che sai che faranno male ma ne vorresti ancora un po’. Un viaggio un po’ obliquo tra umori e suoni che vengono fuori da un passato che rischia di essere dimenticato, per arrivare ai giorni nostri. La strage del Bataclan.
A dispetto del precedente Tumbulata – con cui pure condivide, in linea di continuità, la completa disgregazione del senso della singola frase –, questo nuovo episodio del ragazzo di Agrigento sembra ancora più intriso di una sana nostalgia vagabonda: come lettere da un fronte immaginario. L’italiano derivato dai racconti materni, i giochi linguistici, la lingua franca, la tv che forma lo spirito e la mente, l’Italia che traspare come cartolina sbiadita da notizia di un quotidiano qualsiasi: Dux Tufo.
Decostruzione linguistica e musicale, beat old school, i riferimenti culturali elevati; non si lecca dalla parte sbagliata il MAXIBON. Super Play-Doh, non si scherza con il flow; Orologi sciolti, non ci serve altro che tempo.
Non provare a cercare un senso nel viaggio nell’inconscio del Pufu, ne usciresti distrutto da visioni sconcertanti come quella di un Tatzlwurm nel pieno della notte.