MIKE
In una frase: “Who was really there when the bliss wasn’t?”
Nel dicembre 2019, il festival Rolling Loud inviò un tweet al 21enne MIKE, per fargli sapere che avrebbero presto voluto invitarlo. Il rapper rispose con un semplice “fuck off”. A dirla tutta, in quei giorni MIKE aveva organizzato a New York il festival Young World, per celebrare il movimento hip-hop di cui è l’esponente più originale e, forse suo malgrado, famoso. Il suo approccio si dissocia da qualsiasi trend, e questa unicità gli è valsa un posto, già nel 2017, tra gli album dell’anno di Bandcamp. Nei suoi beat, i sample sono frammentati e riproposti in un loop ossessivo, ma sotto le memorie malinconiche permane uno spiraglio di redenzione. Che sia un cambiamento, un episodio depressivo o un lutto -come nel caso del suo ultimo progetto Tears of Joy-, Michael Jordan Bonema affronta ogni difficoltà in modo diretto e scomodo, fino a capovolgere il significato delle emozioni. In qualche modo, trova sempre le parole giuste per rendere le lacrime un po’ più dolci.
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