W è il nuovo album di Populous, uscito il 22 maggio per La Tempesta e Wonderwheel Recordings.
Il disco è esaltazione di un nuovo archetipo di femminilità, libero dalle zavorre del pregiudizio e da qualsiasi differenza di genere.
A tre anni di distanza da Azulejos, Populous torna con una schiera di dieci artiste indipendenti per scrivere il nuovo mito del femminino, finalmente eterogeneo, ironico, eroico e consapevolmente erotico.
Le dieci tracce di W sono il biglietto d’ingresso a un rito d’iniziazione che segna il passaggio a un nuovo mondo, radicalmente diverso dal precedente: in questo cerimoniale neopagano dominato dalla libertà sessuale e dall’amore fluido, il machismo viene sacrificato in favore di una profonda affermazione dell’identità queer.
La rivelazione del mondo nuovo avviene attraverso un’esplosione di colori e figure danzanti a colpi di ritmi esotici, melodie dream-pop, suggestioni latine e pulsazioni lisergiche: alla cerimonia di W è impossibile non seguire il flusso dell’eterna danza, il richiamo ammaliante dei paesaggi sonori disegnati da Populous e dalle voci suadenti delle donne che lo accompagnano (da Emmanuelle a M¥SS KETA, all’argentina Sobrenadar).
Si inizia da uno sconfinato deserto e si finisce per ballare a piedi nudi nella città eterna.
Entra qui e poi leggi il racconto traccia per traccia di Populous.
Desierto (with Sobrenadar)
È un pezzo chiaramente materico. Ti fa pensare a grandi spazi aperti, vento, sabbia che vola, cieli neri e luminosi, liquidi corporei. Io e Paula condividiamo la passione per tutto il dream-pop inglese di fine anni 80, abbiamo dunque cercato di ricontestualizzarlo su questo beat a gravità zero, un po’ cumbia, un po’ flamenco, un po’ James Blake.
Soy Lo Que Soy (with Sotomayor)
Sono innamorato di Città Del Messico. È il posto in cui vivrei. Lì ho conosciuto i due fratelli Sotomayor, Paulina e Raul, e siamo diventati prima amici e poi labelmates. Liricamente questo è il pezzo con più attinenza al concept generale di “W”. Una specie di manifesto queer latino.
Flores No Mar (with Emmanuelle)
Non tutti se ne sono accorti, ma questo pezzo ha una doppia versione: radio e album version. Quella che c’è su disco dura oltre 8 minuti e contiene questa coda ambient che voleva richiamare l’oceano, le onde e i suoni che si possono ascoltare sott’acqua. D’altronde è un pezzo dedicato a Lemanjá, che nel culto degli Orisha brasiliani è la regina del mare, protettrice di tutte le donne.
Fuera De Mi (with Kaleema)
Heidi (Kaleema) scrive un messaggio chiedendomi: “Ti dispiace se il testo lo spingo un po’ verso passionalità e sesso? Ascolto il beat e penso solo a quello”. No ama, non mi dispiace affatto!
HOUSE OF KETA (with M¥SS KETA, Gorgeous Kenjii Gucci, Protopapa, Riva)
Forse non tutti sanno che:
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
Banda
Non era questa l’idea che volevo sviluppare assieme a Barda. Avevo da poco scoperto il suo EP su Shika Shika (la label di Barrio Lindo ed El Buho) che conteneva un pezzo che ho ascoltato in loop per intere settimane e volevo rifarne la mia versione. Ho scritto a Robin, Agustin e a Cecilia ma alla fine non c’è stato verso: tutti erano d’accordo sul produrre qualcosa di nuovo. Ero incazzato nero! Continuo a pensare che “Banda” non sia all’altezza di quel pezzo, ma forse è solo perché mi ricorda emotivamente dei giorni molto particolari della mia vita. E l’emotività, si sa, gioca un ruolo importante nella percezione di qualsiasi cosa.
Petalo (with Weste)
Il mio amico Pedro (Chancha Via Circuito) aveva prodotto un loro splendido disco chiamato “Huestes” e la sua ragazza (Kaleema) aveva pubblicato diverse ig stories assieme a loro. Ho pensato che non sarebbe stato difficile entrarci in contatto. Così ho scritto ai Weste un messaggio molto semplice: “Ciao sono Andrea, vengo dall’Italia, faccio musica elettronica come Populous e mi piacerebbe proporvi una collaborazione”. Lei mi ha risposto con una foto del vinile di “Azulejos”, dicendo: “Tutti i dj qui a Buenos Aires suonano questo disco!”. E niente, amici per sempre. Lei è stupenda, affascinante, bravissima.
Out Of Space (with Cuushe)
Questo è un pezzo speciale, per motivi extra-musicali. Mayuko è stata vittima di una storia orribile, letteralmente orribile. Ero così triste per lei. Non ha prodotto musica per qualche anno, tanto era sconvolta. Quando mi ha spedito la sua parte vocale mi ha detto: “È la prima cosa che faccio dopo tutto questo periodo di merda”. Dunque mi piace pensare che “Out Of Space” rappresenti per lei una sorta di rinascita, di luce alla fine del tunnel. Il suo inglese è a metà fra l’incomprensibile e l’inventato, ma leggendolo ho sorriso, tirando un sospiro di sollievo.
Getting Lost (with L I M)
Adoro L I M, artisticamente e umanamente. Averla avuta qui in casa a Lecce durante le registrazioni è stato molto bello. Ma forse non tutti sanno che l’idea di partenza del pezzo viene da una vecchissima demo che mi aveva spedito His Majesty Andre tanti anni fa. Ed io che sono un fan di Andre da tipo una vita non volevo assolutamente farmi sfuggire l’occasione. Mi disse: “Non suona per un cazzo come le robe house di HMA, ma magari tu riesci a farci qualcosa”. Eccomi!
Roma (with Lucia Manca & Matilde Davoli)
Quel flautino attorno a cui ruota l’intero pezzo viene direttamente da Roma, il film di Cuaron. Questo è un omaggio, onirico e ipercinetico, ad uno dei quartieri più belli di Città Del Messico.