È fuori il nuovo Ep dei Tropea, Might Delete Later, che raccoglie sei tracce iniettate di un’energia pazzesca.
Questo perché il progetto è un tributo alla dimensione live dove queste canzoni hanno scaldato il palco, prima ancora di essere registrate e poi prodotte a distanza durante il lockdown.
Di Might Delete Later la band dice che è “un modo per rompere la distanza fisica tra artisti e pubblico che caratterizza questo periodo storico“, e in effetti ascoltandolo si può sudare lo stesso come sotto al palco e recuperare un contatto fisico con le canzoni.
Premi play qui per l’esperienza e poi più giù leggi il racconto dei Tropea di ogni traccia:
LAST HOUR TOGETHER
Il titolo di “Last Hour Together” fa subito capire l’intento della canzone: prima di tutto un invito a godersi al massimo l’ultimo tempo rimasto insieme, qualunque esso sia, e ad abbandonarsi totalmente all’ascolto.
Sono le riflessioni di un innamorato, ormai disilluso, che si appresta a passare l’ultimo momento con la persona che ha amato?
No. Il testo parla delle sensazioni che si provano nell’ultima ora che ognuno di noi passa da solo con se stesso nel giorno del proprio compleanno, prima di abbandonarsi ai festeggiamenti con le persone amate.
Domenico, il chitarrista, racconta: “Last Hour Together racconta il momento in cui inizi a svelare a te stesso alcune verità su di te, che altrimenti non avresti mai il coraggio di dirti. Da quando l’abbiamo cominciata a suonare live è diventata però una canzone parla di noi Tropea e dell’intesa che abbiamo col pubblico ad ogni concerto.”
WARFARIN
“Warfarin” è un brano dall’atmosfera fresca, veloce, elettronica, che esprime la volontà di sentirsi vivi nella danza, anche col rischio di esagerare.
E’ la storia di un paio di amici che vanno in una festa a casa di qualcuno, strafatti di “Warfarin”, un anticoagulante che serve per evitare l’epistassi (il sangue dal naso), e ballano annoiati, come tutti i millenials a Macao.
Non che si debba per forza riportare tutto a questo periodo buio, ma il testo di “Warfarin” ha sicuramente acquisito un nuovo senso adesso che non ci sono eventi e siamo ancora costretti a danzare in casa da soli, annoiati e intorpiditi.
Il brano è stato composto da Lorenzo, il bassista: “Warfarin è nata mentre mi stavo scrivendo con Dome su Whatsapp e sono saltati fuori questi accordi un po’ scuri, un po’ Smiths. Infatti in quel periodo stavo ascoltando a rotella “The Headmaster Ritual” degli Smiths, in cui mi piaceva un sacco un accordo fuori tonalità che c’è ad un certo punto del pezzo, ma mi scocciava che fosse solo lì. Quindi ho cercato una coppia di accordi che avesse più o meno la stessa sonorità e l’ho piazzata nel ritornello. Poi ho pensato che ci voleva una bella cassa dritta e una melodia di synth super semplice, ma che restasse in testa. Volevo un feel a metà tra Burning dei Whitest Boy Alive e A Forest dei The Cure. Tempo dopo, mentre ero a Berlino per alcune registrazioni, Marcin Öz (bassista dei WBA) mi ha rivelato che per lungo tempo, prima di registrarla in studio, la batteria di Burning è stata un loop delle prime battute di A Forest. In quel momento ho lollato.”
DRAMA KID
“Drama Kid” è il “lento violento” dei Tropea, il momento “down tempo” di “Might Delete Later”.
E’ un brano sepolto nel mistero, nel crimine di una notte piovosa: parla di un bacio, di una cotta primaverile sinonimo di insicurezza, eccitazione, di un enorme senso di libertà e ancora di insicurezza. Il nome della persona, come in qualche misteriosa composizione medievale, è sepolto nel testo, come un enigma da risolvere.
L’assolo di chitarra di “Drama Kid” durante i concerti dei Tropea non è mai uguale.
“Durante l’assolo di chitarra non so mai esattamente cosa farò fino ad un secondo prima”, dice Domenico, “a volte mi va di lanciarmi in una imitazione dell’assolo di “Another Brick in the Wall” solo per guardare tutti i boomers nella folla che si gasano (e io insieme a loro), altre volte invece lancio dei bacetti al microfono al pubblico e Pietro fa il rumore della goccia con la gola. Nell’assolo registrato come definitivo sono finiti tutti questi elementi e altre citazioni, dai Rage Against the Machine ad una parte dell’assolo di Owner of a Lonely Heart degli Yes.”
Un aneddoto divertente, quanto assurdo, su “Drama Kid” che racconta Pietro, il cantante: “Domenico ha composto questo brano un paio di anni da, ispirandosi ad una ragazza con la quale aveva avuto una mini tresca. Dopo quel breve periodo lei se n’è andata e nessuno di noi l’ha più vista, ma per noi Tropea è sempre rimasta associata a “Drama Kid”. Poi un bel giorno, durante la Fase 2 della quarantena, Dome ci manda la produzione di “Drama Kid”. Io sono al parco col cane e, mentre la ascolto per la prima volta, chi vedo? Proprio la ragazza che aveva ispirato quella canzone. Incredibile.”
WE HELD LONELINESS’ HANDS
Il tema di “We Held Loneliness’ Hands” è il paradosso della solitudine: essa è l’elemento che più ci unisce, perché condivisa da tutti noi.
Il brano è la celebrazione di quando un affetto non c’è più, ma che nonostante tutto sentiamo vicino lo stesso. Il fatto che il silenzio lasciato dalla morte di una persona cara non è altro che un codice segreto di comunicazione, costruito negli anni trascorsi insieme.
Il testo racconta di come la distanza non possa davvero separare due persone quando queste sono collegate nel loro spirito.
“Abbiamo entrambi tenuto per mano la solitudine e per questo motivo non saremo mai da soli”, letteralmente dice la canzone.
“We Held Loneliness’ Hands” è il più recente dei nostri brani. Durante i nostri live rappresenta l’ultimo momento di intimità tra noi e l’ascoltatore, prima del gran finale. É il momento per riprendere fiato e dare sfogo alla nostra vena più malinconica. Nella canzone abbiamo inserito elementi a noi cari, come lo squillo del telefono della casa di Serole (dove abbiamo registrato parte delle take di “Might Delete Later”) e il duetto casalingo di “Tu che m’hai preso il cuor” di Ernesto Bonino.
TECHNICOLOR
Technicolor è la prima traccia che sarà rilasciata e che anticipa di una settimana “Might Delete Later”.
Questa canzone dal sapore italo – disco – revival vuole essere infatti un incentivo a combattere il distanziamento sociale con un po’ di power vibes: uno stimolo per stare attivi e correre, una spinta a trovare se stessi, ad ardere d’amore e prendersi cura l’uno dell’altro, anche durante le difficoltà di questo mondo assurdo.
La frase “We dream in technicolor” infatti ha un respiro universale: vuole cercare di restituire bellezza alla tendenza di sognare più in grande ciò che ci circonda. È un canto in tributo a chi aiuta gli altri a vedere il magico, nonostante le illusioni che ci facciamo e le bugie che ci diciamo.
“In Technicolor è concentrata e “synthetizzata” la nostra passione verso la musica suonata dal vivo. Infatti nei concerti questo pezzo è quello che più ci unisce al pubblico: siamo un unico flusso, ondeggiamo i fianchi tutti insieme con “la Mossa”.
È nella natura di Technicolor essere una canzone di condivisione e per questo è stato spontaneo scegliere di sperimentare e di pubblicarla proprio adesso come nostro primo pezzo ibrido, scritto nel nostro linguaggio fatto di italiano, inglese e condimenti cringe-tastici.”
Ci sono molti riferimenti autobiografici, espressi soprattutto nella parte cantata in italiano, il cui testo ha visto il contributo di più mani.
Le immagini fotografate nelle strofe fanno riferimento in particolare all’adolescenza del cantante Pietro, passata in sella ad un Booster, con annesso incidente in Viale Tibaldi insieme al chitarrista Mimmo mentre andavano ad una delle loro prime prove di band in assoluto.
Un periodo passato tra le bigiate da scuola per andare a giocare a biliardo al Jolly Bar di Porta Genova e le canne coi genitori in casa (scusate mamma e papà). Vengono poi citati più volte nel testo i “Tori di Fuoco”, riferimento alla trap house dei Tropea già immortalata nella temporary song “Cringe Inferno”. I Tori sono tutte le persone che sono cresciute con la band in questi anni, molte delle quali hanno contribuito al progetto e continuano a supportarlo, come il producer Lapo Vecchi con cui i Tropea hanno registrato varie session dei pezzi contenuti nell’EP.
SEGNORE
“Segnore” è la bonus track di “Might Delete Later”.
Questo audio è la prima cosa che abbiamo registrato in uno dei nostri ritiri a Serole, nella casa di campagna di Pietro, che trasformiamo nel nostro personale studio di registrazione un paio di volte all’anno dal 2018. E’ la prima cosa che Pietro ha improvvisato a cantare e suonare alle quattro del mattina, durante la prima prova di registrazione di questo EP. MEGALOL l’abbiamo lasciata.