Qualunque sia stato il vostro percorso alla scoperta dell’hip-hop, a un certo punto avrete incrociato il nome di The Alchemist.
Fece il suo ingresso nella scena a metà anni ’90, da adolescente, sotto l’ala del producer old school DJ Muggs. Iniziò da subito a comporre basi per i Cypress Hill, arrivando presto a collaborare con rapper del calibro dei Mobb Deep.
Dal 2000 in poi entrò nelle grazie di artisti che non hanno bisogno di introduzioni. Lil Wayne, Snoop Dogg, Eminem, Nas, Kendrick Lamar: tutti prima o dopo scelsero un beat di The Alchemist per un loro album.
Ma oltre ad assistere leggende e rapper emergenti, negli anni il producer di Beverly Hills ha sempre mantenuto fede alle sue radici underground, pubblicando decine di progetti collaborativi con gli artisti che più si addicevano al suo stile. Una tradizione che continua a guadagnare prestigio: quasi trent’anni dopo gli esordi, The Alchemist è all’apice della sua carriera, e i suoi lavori con Conway The Machine, Boldy James e Freddie Gibbs sono tra i più discussi e amati del 2020. In un anno senza certezze, riconoscere la formula dei suoi beat è come frugare in un baule di ricordi. Anche la polvere assume significati speciali, proprio come sui vinili da cui The Alchemist prende in prestito suoni, momenti e atmosfere.
Ovviamente, nel tempo il sound di The Alchemist non è rimasto completamente invariato. Il suo stile da east coast – un paradosso, per un producer californiano – si è fatto calmo e raffinato, e oggi le percussioni si fanno in disparte lasciando ancora più spazio ai sample, da sempre il cuore di ogni sua base.
Dalle classiche ballate soul ai più misteriosi scorci d’Oriente, abbiamo scelto alcuni dei sample più iconici della carriera del producer. Frammenti di canzoni antiche, intagliati e trasformati in nuovi spunti di riflessione, e sempre perfetti per mettere i rapper in contatto con la loro vera natura.