Se per te DLSO è una lettura stabile ti sarà di sicuro capitato di vedere il nome di Gabriele Troisi in qualche nostra playlist o in quelle liste dove ti consigliamo gli artisti di cui ci innamoriamo al primo play.
Con Gabriele è andata più o meno così, che abbiamo ascoltato Monelli’s un giorno freddo di novembre e non ce lo siamo più dimenticato. Quel primo brano che parla di scontrini e delle cose che non vogliamo lasciare indietro è una specie di scontrino che ci ricorda quanto tempo abbiamo speso ad aspettare che arrivasse uno come Gabriele.
Poi sono arrivate anche Nonsense e Lumache e abbiamo pensato non ci fosse proprio nessun motivo per lasciarcelo indietro: la scrittura di Gabriele Troisi è pura e ci auguriamo resti tale perché è bellissimo ritrovarsi ogni volta nella sua nostalgia, nel blue(s) delle sue storie.
Ora è il momento che anche tu lo conosca meglio attraverso 5 brani che più lo rappresentano.
“Non devo farvi conoscere delle canzoni. Dovete conoscere me, giusto?“
1. Tomorrow Never Knows – The Beatles
Ho avuto esperienze con la psilocibina e per me questo pezzo resta l’esperienza musicale/uditiva che più le si avvicina.
Prima ancora che esistesse la musica psichedelica. Veramente incredibile.
2. Il Cielo In Una Stanza – Gino Paoli (o anche la versione di Mina)
Ogni volta che entro con Scorsese al Bamboo Lounge e sento suonare questa canzone cantata da Mina mentre Henry dice “There was Jimmy and Tommy and me” mi emoziono. Nel senso vero.
Per me esistono solo questa versione e quella dello stesso Gino Paoli del 1960.
3. La Canzone del Sole – Lucio Battisti
La canzone più bella del mondo.
4. Bitter Sweet Symphony – The Verve
Per me questa canzone è la vita.
Mi ha sempre aiutato e tenuto compagnia nei momenti più difficili, ma anche in quelli belli quindi sì, sempre.
5. Scherzo n°2 op. 31 – Chopin
Ormai è da anni che ogni volta che trovo un pianoforte la prima cosa che mi viene, nemmeno in mente, ma che mi viene e basta, è di suonare questo pezzo.
Ogni volta che mi esercito al pianoforte anche solo per tenermi in allenamento, ho voglia di ristudiarlo.
Oscar Wilde diceva: “After playing Chopin, I feel as if I had been weeping over sins that I had never committed, and mourning over tragedies that were not my own.”