LA NIÑA è tornata.
È tornata a cantare Napoli, la sua città, e stavolta con un sapore leggermente diverso rispetto alle narrazioni precedenti.
Se prima ne avevamo visto un ritratto dai toni più contemporanei prima con la processione urban di Croce, poi con il trip elettronico di Niente Cchiù e infine con l’arabeggiante Salomè, con il nuovo singolo, Fortuna, LA NIÑA rende un omaggio molto più esplicito alla canzone popolare napoletana.
In questa nuova traccia LA NIÑA è una sirena che, seduta su uno scoglio, assiste a una delle traversate disperate che si consumano al largo delle coste del Mediterraneo. La storia a cui si ispira questa poesia in acustico ne determina inevitabilmente il sound che si fa viscerale, scuro, potentissimo.
Fortuna è un singolo a cui non interessa nulla delle sovrastrutture: è un pugno dritto nello stomaco, un messaggio nudo e drammatico che passa attraverso la malinconia di una chitarra classica e un tappeto commovente di archi.
È un altro modo di raccontare Napoli, partendo dalle sue stesse radici.
Nelle prossime pagine abbiamo voluto scoprirle queste radici chiedendo a LA NIÑA i cinque brani che secondo lei sono la narrazione perfetta della sua Napoli.