Su Netflix è disponibile la nuova miniserie con Anya Taylor-Joy che interpreta un’elegantissima ragazza prodigio degli scacchi.
Basata sull’omonimo romanzo di Walter Tevis, la storia de La Regina degli Scacchi (The Queen’s Gambit) è ambientata dal regista Scott Frank nell’America tra gli anni ’50 e ’60 dove la giovane Beth Harmon prova a riscattarsi dai suoi traumi attraverso le sfide e le strategie della scacchiera.
Non immaginatevi, a questo punto, una serie noiosa e di nicchia, fatta per essere apprezzata solo dagli scacchisti. Tutt’altro.
La Regina degli Scacchi ha una narrazione coinvolgente e affascinante in cui, nonostante si mostrino in maniera compulsiva mosse di alfieri e cavalli, partite su partite, la storia resta in piedi senza essere noiosa.
Sarà merito della raffinata interpretazione di Anya Taylor-Joy, degli outfit pazzeschi che indossa ad ogni torneo o del desiderio dello spettatore che quest’enfant-prodige della scacchiera si emancipi dalle sue debolezze e dai pregiudizi del tempo.
Ma se La Regina degli Scacchi risulta un prodotto ben confezionato e godibile è anche merito della sua soundtrack che, al contrario di quanto ci si possa aspettare, non è la solita collezione di successi degli anni Cinquanta e Sessanta.
La selezione musicale di questa miniserie è attenta a ricreare l’atmosfera di quel passato con dei brani iconici ma non troppo scontati, dove l’unica eccezione è nella scena del ballo sfascione su Venus degli Shocking Blue.
Va anche detto che la soundtrack de La Regina degli Scacchi non è invadente né protagonista come in altre serie tv, ma quei pochi brani che si ascoltano si ritrovano nei momenti più giusti, alternati alle composizioni originali di Carlos Rafael Rivera.
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