La Giornata Internazionale dei Diritti della Donna si è appena conclusa, e come ogni anno ne abbiamo sentite di cotte e di crude. Ma è proprio alla luce delle mille riflessioni di ieri che oggi a mente fresca è sorto l’ennesimo dilemma:
Davvero è ancora necessario scrivere di “scena rap femminile”?
Secondo noi sì.
È un po’ come la storia delle quote rosa. Molte e molti se ne lamentano, dicendo che non fanno altro che sottolineare una differenza. Ma se ancora negli anni Venti del 2000 uno dei due generi di default è considerato inferiore in competenze, professionalità e merito, è quanto mai necessario dedicargli uno spazio salvo in cui l’attenzione si focalizzi sul valore e sulla tecnica, soprattutto in una pratica fortemente polarizzata al maschile come quella del rap.
Per questioni di tempo, quindi, scendiamo nel dettaglio del Regno Unito, dove nel rap femminile non è mai mancata una rappresentanza di rilievo: basti pensare a colossi come Monie Love, Floetry e M.I.A. Ma in particolare è la scena underground che negli ultimi anni ha riservato uno spazio sempre crescente per le voci delle donne nell’hip hop. Motore immobile di questa dinamica su tutta la scena europea continentale è stato innegabilmente Colors, il format YouTube forse più azzeccato del millennio, le cui politiche di forte inclusione sociale delle minoranze hanno permesso di riservare finalmente la giusta attenzione ad artiste tra le più indipendenti nella forma e nel contenuto. Se Little Simz partiva già da un’ottima base di popolarità quando è stata ospitata sul palco del format tedesco, IAMDDB è tra coloro alle quali il green screen più gettonato del panorama musicale ha praticamente spalancato le porte del paradiso.
Quando ancora per Diana De Brito “money was nothing”, nei suoi video low budget compariva una sua grande amica che ha poi fatto il suo debutto da protagonista su Colors nel 2019: parliamo di Layfullstop, anche lei made in Manchester, che, nonostante abbia all’attivo solo un album uscito nel 2018, di certo merita molta più attenzione di quella che non abbia già guadagnato.
A sentire il nome del collettivo UK Nine8, forse neanche un super fan di Colors batterebbe ciglio. Ma se aggiungessimo i nomi di Lava La Rue e Biig Piig? La prima aveva sconvolto con il suo flow limpido e squadrato su Widdit, la seconda con un pezzo dall’atmosfera dreamy intitolato Vice City. Nel breve tempo trascorso dal loro lancio, entrambe le artiste hanno avuto una grande evoluzione verso sonorità più electro-pop. Eppure non riusciamo a dimenticare il loro contributo fondamentale alla scena rap, ognuna nell’estrema libertà che la realtà ibrida e cangiante che Nine8 concede.
Un altro talento recentemente riabilitato da Colors è quello di Demae, il cui nome era già comparso nel panorama hip hop qualche anno fa, quando era stata spesso indicata come “la nuova Lauryn Hill” in qualità di voce femminile degli Hawk House. Questo progetto, che ha lasciato tutti a bocca asciutta a causa di una faida interna sfociata in una brusca interruzione, ha comunque permesso ai più attenti di seguire la rapper e cantante londinese verso la fioritura del suo primo lavoro da solista intitolato Life Works Out… Usually e attraverso il suo alterego Soundcloud di nome Bubblerap.
Le donne che popolano la scena rap inglese sono davvero più di quanto si pensi. Potremmo ad esempio parlare dell’artista emergente Lesia, lanciata da pochissimo attraverso un format di BBC intitolato “The Rap Game UK” e che è uscita appena tre settimane fa con il primo singolo dal titolo Any Eye Can See; di Nadia Rose, attiva già dal 2017 e fresca di featuring con Melanie C sul singolo Fearless ; o ancora della nativa nigeriana Shaybo e delle vibes afrobeats in inglese e yoruba del suo ultimo singolo Dobale.
Ma per non perderci concludiamo chiudendo il cerchio su una chiacchieratissima performance di Colors che vede protagoniste Jorja Smith e la rapper londinese ENNY, le quali si sono esibite in una versione remix di un pezzo della stessa ENNY intitolato Penny Black Girls.
Il video del pezzo originale punta alla valorizzazione delle donne di origini africane in tutte le loro forme e sfumature, mentre la versione proposta su Colors ha visto il proliferare di commenti negativi su quanto la scelta di una bellezza mulatta come quella di Jorja Smith avrebbe apparentemente snaturato il significato del brano.
Questo argomento richiederebbe un articolo a sé, per cui l’unico consiglio che sentiamo di darti è quello di andare a (ri)ascoltare l’encore di ENNY intitolato “Nu Normal”.
Qui emerge un’Artista che tra una partita a GTA e l’altra non ha bisogno di etichette, galanterie e carinerie di alcun tipo perché, uomo o donna che tu sia, la storia è solo una: il flow o ce l’hai o non ce l’hai.