Dietro ogni copertina, anche la più insospettabile, si nasconde una storia. E un rapido spoglio delle cover dei Grammy nominees di quest’anno basta per dire che del 2020 c’era davvero tanto da raccontare, forse troppo.
Come sempre, infatti, la kermesse musicale più attesa del pianeta ha visto critiche, elogi ma soprattutto grandi esclusi, primi fra tutti Westside Gunn e Mac Miller. Nonostante questo, non poteva esserci anno migliore del 2020 perché l’Academy dimostrasse finalmente un tentativo di svolta nel riconoscimento del valore e dei meriti della black music: Kaytranada è il primo musicista nero a vincere nella categoria Best Dance / Electronic Album con “Bubba”; Anderson .Paak si è portato a casa una statuetta per la Best Melodic Rap Performance con “Lockdown”; Beyoncé ha fatto la storia e ha riempito l’ultimo spazio della mensola con altri quattro premi, tra cui quello per la Best R&B Performance con “Black Parade”.
Nell’anno dei paradossi, il tema dei diritti della black community è stato il fulcro dal quale hanno preso piede una serie di battaglie inderogabili e di cambiamenti imprescindibili per una sedicente società civile. Ma queste battaglie e questi cambiamenti, con tutte le sfaccettature che ne derivano, non te le raccontiamo mica noi. A delineare un quadro oggettivo della situazione afroamericana ci pensano le parole degli intellettuali, i fatti degli attivisti e, nell’occasione, le cinque copertine dei dischi nominati per Best Rap Album ai Grammys 2021.