Hai mai messo in dubbio che il tuo amore per un prodotto giapponese come Dragon Ball potesse essere considerato bizzarro? Forse no.
Hai mai pensato che un anime come Yasuke, interamente scritto e diretto da un afroamericano, potesse essere in qualche modo una piacevole assurdità? C’è chi dice di no e chi mente.
Certo, sarebbe da qualunquisti negare la rilevanza storica di un episodio emblematico come quello di colui che ad oggi viene riconosciuto come il primo samurai non giapponese nella storia nipponica. Ma se, nella frenetica corsa alla globalizzazione, il legame tra cultura afroamericana e Giappone è ancora qualcosa di inconciliabile per i nostri quattro neuroni eurocentrici, allora è il caso di mettere a posto alcuni pezzi del puzzle che potrebbero esserci sfuggiti, e il primo di questi riguarda proprio la cultura anime.
L’animazione giapponese girava in chiaro sulle tv di tutto il mondo già dalla prima metà degli anni Sessanta, con serie come Astro Boy, Kimba e Sally la Maga. Ma la sera del 17 marzo 1997 negli USA andrà in onda per la prima volta un programma contenitore che rivoluzionerà totalmente il modo di servire questi contenuti sulle tavole americane: stiamo parlando di Toonami, il format pomeridiano di Adult Swim dedicato alla trasmissione quasi esclusiva di anime giapponesi.
Per cominciare, l’assonanza tra il nome dei celebri Thundercats che popolavano le prime stagioni di Toonami e il nickname con cui Stephen Bruner oggi cavalca le scene non è un caso (prova ne sia l’enorme logo impresso dietro il suo Ibanez a cinque corde). Del resto, Thundercat non ha mai nascosto la sua ossessione per la cultura giapponese in nessun caso. Come racconta nelle lyrics di Tokyo:
This all started when I was a boy
I went to the dentist and he gave me a toy
It was Dragon Ball Z, a wristlet bracelet
Goku fucking ruined me
Ne è passato di tempo da quel giorno fortunato dal dentista, e oggi il papà di Tron può permettersi di sfoggiare con orgoglio un Vegeta di diamanti al collo e corteggiare una Kali Uchis travestita da Bulma nel videoclip di Dragonball Durag. Parlando di anime e del fatto che fino a qualche decennio fa fossero legati esclusivamente ad un pubblico nerd, lo stesso Thundercat aveva dichiarato ai microfono di First We Feast: “One of the best thing ever for me is to know that Megan Thee Stallion is an anime nerd, so we are all winning right now”.
In effetti, nell’estate 2019 l’ultima vincitrice del Grammy come Best New Artist era apparsa sulla cover di Paper nelle vesti di Shoto Todoroki, protagonista di My Hero Academia. Non solo, ma il suo account Instagram è letteralmente popolato di cosplay: da Yumeko, protagonista di Kakegurui, a Saiki Kusuo, nelle cui vesti Megan si autoproclama Saiki Thee Hottie. Il feticismo di Megan Thee Stallion per la cultura giapponese è tale che lo scorso novembre è stata assoldata per sponsorizzare l’uscita di Mortal Kombat 11 nelle vesti di Mileena, ed omaggiata con dei pugnali rigorosamente griffati Louis Vuitton.
Altro anime nerd della scena è Denzel Curry che, durante un episodio di Gochi Gang dove gli veniva chiesta l’origine della sua passione per gli anime, aveva risposto: “[it all started with] me and my brother in our room. At 3:00pm we’d get out of school and we would go straight to watching Toonami, no homeworks, nothing”. Nella sua top ten, oltre ai classici come The Big O, Zoids e Dragon Ball, nella sfilza dei titoli del cuore, non stupisce sentirgli nominare Samurai Champloo e Cowboy Bebop, entrambi del regista Shinichiro Watanabe. Quest’ultimo, infatti, è autore di un altro anime piuttosto recente dal titolo Carole & Tuesday, in cui sia Thundercat che Denzel hanno prestato la voce a dei personaggi, più precisamente dei musicisti che dalla caratterizzazione grafica sembrano proprio tagliati su di loro.
La riverenza verso gli anime giapponesi dimostrata da parte dei rapper della generazione Y ha diverse sfaccettature, e per dovere di cronaca non si può prescindere dal parlare del diamante da 24 milioni di dollari che Lil Uzi Vert si è piantato in fronte. Subito dopo aver compiuto la pazzia, infatti, il rapper ha immediatamente cambiato la sua profile pic di IG con un’immagine di Tsunade, la ninja dell’anime Naruto sulla cui fronte primeggia un rombo viola in cui raccogliere il chakra. Se il fanatismo di Lil Uzi per il mondo dell’animazione giapponese non fosse chiaro già da brani come Sasuke o da videoclip come quello di Ps & Qs, risulta più che palese dalla sua fornitissima collezione di macchine di lusso, tutte customizzate con i personaggi dei suoi anime preferiti.
La verità è che i capricci di un bambino ricco come Lil Uzi non rendono giustizia alla vera essenza del mondo degli anime. Toonami non era di certo il primo programma contenitore della storia dei cartoon in tv. Eppure, quel 17 marzo 1997 qualcosa era cambiato. Finalmente qualcuno aveva coordinato tutte le più famose serie animate in una cornice reverenziale e rispettosa, in cui un robottino venuto dallo spazio, nel presentare ogni personaggio, scalzava la prima impressione visiva quasi sempre violenta, per lasciare il posto ai grandi valori di amicizia, rispetto e lealtà che sono alla base di molte, se non di tutte le linee narrative che stanno dietro a queste incredibili storie.
Toonami è la rivoluzione: gli anime giapponesi non sono più delle serie animate dai contenuti violenti e strampalati come erano sempre stati presentati fino a quel momento, bensì delle opere d’arte che, come tutte le creazioni degne di questo nome, si fanno tramite di un messaggio universale. Lo sa bene Kanye West che, twittando sul celebre film animato Akira che ha visibilmente ispirato il visual di Stronger, ha detto: “This is not only the greatest animation achievement in history. The subject matter is so relevant to the current state of the world”.
Every stage show I’ve ever worked on Every video not just Stronger every product even when I was in the hospital I would think… oh shit this is like Akira
— ye (@kanyewest) August 27, 2018
This is not only the greatest animation achievement in history the subject matter is so relevant to the current state of the world
— ye (@kanyewest) August 27, 2018