GLI STRUMENTI DI LAVORO
Abbiamo fatto una selezione maniacale dei suoni da utilizzare, volevamo che questi fossero spendibili in ogni brano, in chiave sempre diversa, senza mai essere banali negli interventi. Basso e batteria vivono nel contemporaneo, sono sempre presenti, in faccia e si spengono solo nei momenti più intimi, enfatizzano i drammi e combattono contro la voce in una guerra di priorità. Gli strumenti armonici di natura acustica provengono da epoche passate, le chitarre classiche si intrecciano a archi e tastiere vintage, rendono umano il contesto con le loro imperfezioni di intonazione e tempo. Gli ambienti che vengono registrati utilizzando gli strumenti reali, hanno portato fisicamente i nostri spazi di lavoro nei pezzi, volevamo celebrare le stanze delle nostre case in cui è stato fatto il tutto, abbiamo passato tantissime ore in questi posti, tra il caldo dell’estate e il gelo del garage d’inverno, le cicale della nostra vacanza in Toscana, le persone camminano in centro a Bergamo, Giorgio che commenta la take di Dario. Poi la voce, le parole utilizzate, sempre fisiche e tangibili, i dettagli sensoriali che si possono toccare a mani nude perché solo di questo possiamo parlare, di ciò che conosciamo e viviamo nel quotidiano. L’amore e l’amicizia, i nostri drammi, passare la notte fissando il soffitto pensando che quello che si sta facendo non vada mai bene, cercare negli altri la soluzione e il consenso.