È passato solo un mese da quel FaceTime non riuscito con Brent Faiyaz che aveva portato all’uscita di Nobody But You. Eppure, Jorja Smith ha comunque ascoltato le nostre richieste d’aiuto e, nell’attesa dell’uscita ufficiale del suo secondo album, ha deciso di lanciarci un salvagente dal titolo “Be Right Back”.
“This is not my second album”, così avrebbe dovuto chiamarsi questo progetto, composto da otto tracce che non hanno passato le selezioni per entrare a far parte dell’attesissimo secondo capitolo firmato Jorja Smith. Ciò nonostante, per la stella britannica del momento questi pezzi sembrano comunque avere un certo peso, in quanto parte di un processo di crescita e di cambiamento. “I do feel a shift from my album [Lost & Found] for sure”, aveva raccontato a Vice subito dopo l’uscita del singolo. “That was a collection of songs from the ages of 16 to 18 and now I’m 23. I think you just have to take me as I come, really! It may sound different but it’s not — it’s always me”.
Avevamo cominciato a fiutare l’arrivo di “Be Right Back” già i primi di marzo con l’uscita del singolo Addicted. Con un visual apparentemente home made girato in webcam e diretto a distanza dalla regista ed ex atleta olimpionica Savanah Leaf, Jorja ci ha accolto nell’intimità del suo lockdown, tra casa sua e altre due location spaziali sperdute nelle campagne inglesi. “Do you know what? I’ve always wanted to set fireworks off in my field and shoot a video. I told Savanah that’s what I wanted to do, and we did it. I’ve always wanted to get on a horse in a video, and so we did that too — I love riding horses.”
A seguire è subito arrivato Gone, accompagnato da un altro footage lo-fi girato in una serata malinconica in un sobborgo inglese sconosciuto. Le lyrics di questo pezzo, prodotto dallo stesso Rahki di Insitutionalized di Kendrick Lamar, raccontano di un generico abbandono. “I love that this song, well any of my songs really, will be interpreted in different ways, depending on the experiences of the people listening. It’s just me wondering why people have to be taken away from us” ha detto Jorja in merito al messaggio del brano.
Con l’uscita ufficiale dell’EP è arrivata anche la terza traccia dal titolo Bussdown, e con essa un terzo visual ben diverso dai primi due. L’unico featuring del progetto, infatti, vede Jorja Smith e la rapper di South London Shaybo protagoniste di uno short film diretto dalla regista Fenn O’Meally in cui interpretano due meccaniche con il vizietto del riciclaggio di denaro. Il primo dialogo, che vede Jorja interagire con una delle vittime, è già sufficiente per farci tornare più forte di prima lo stesso incredibile d
esiderio di vederla recitare in un film che avevamo già provato con altri visuals come Teenage Fantasy e Let Me Down.
Per usare le parole del Guardian a proposito del quarto pezzo della tracklist, “perché le cose più dolci sono sempre le più brevi?”. Time, infatti, sembra quanto di più vicino alle vibes del primo album si possa pretendere da questo progetto di passaggio. Una sezione ritmica, una chitarra acustica e Jorja Smith: sarebbe bastato anche solo questo pezzo in loop, perché davvero non avremmo potuto chiedere di meglio.
Home, invece,si presenta quasi come un omaggio alla tradizione brit-pop dei primissimi Coldplay (fa specie l’analogia melodica con il verse di Don’t Panic). Non abbiamo neanche avuto il tempo di apprezzare la bontà di questo pezzo nella versione studio, che il giorno stesso dell’uscita di “Be Right Back” dal canale YouTube di BBC Music era sbucata una versione live da brivido nella cornice dello show britannico Later with Jools Holland.
La sesta track, dal titolo Burn, segue il filo rosso semi-acustico che unisce con linearità tutti i pezzi dell’EP. Ma non ci facciamo ingannare dalle cose apparentemente semplici: uno sguardo rapido ai riconoscimenti di questo brano, così come quelli di Bussdown, rivelano lo zampino della Top Dawg Entertainment nella persona di Kal Banx, producer di Dallas e collaboratore di J. Cole in Revenge of The Dreamers III.
Al penultimo pezzo, dal titolo Digging, ci viene concesso ancora una volta di guardare indietro a Lost & Found grazie agli arrangiamenti curati e più complessi che ci fanno sperare in un secondo album non troppo lontano dalle nostre aspettative. Quasi commovente vedere citati tra gli autori del brano praticamente tutti i componenti della sua band, parte della quale avevamo già imparato a conoscere in diversi live, tra cui quello visivamente più incredibile rimane di certo la session per Vevo UK LIFT.
Il tempo vola quando ci si diverte e siamo già alle ultime battute di questo regalo di Jorja Smith che precede l’uscita ufficiale del suo secondo album. Weekend è uno di quei pezzi da decappottabile durante un viaggio notturno in solitaria, un toccasana se si sta fuggendo lontano da qualcuno o ci si sta lasciando qualcosa alle spalle.
In merito a questo progetto Jorja è stata molto chiara: “It’s called Be Right Back because it’s just something I want my fans to have right now. […] If I needed to make these songs, then someone needed to hear them too”, ha detto. Beh, sembra aver capito esattamente ciò che tutti stavamo pensando. E la chiusura malinconica di questa tracklist, più che farci scappare da qualche parte, non fa altro che tenerci incollati alla sedia nell’attesa di scoprire cosa possa riservarci il secondo progetto ufficiale.
Intanto, per ingannare il tempo, premi il tasto repeat e ascolta Be Right Back senza skips qui sotto: