Il 9 giugno scorso, su un grosso billboard di Los Angeles appare un numero di telefono con il messaggio “Call Me If You Get Lost”. Ebbene, i coraggiosi che quel giorno hanno alzato la cornetta si sono beccati in anteprima la traccia n.11 del settimo album di Tyler, The Creator, uscito per la Columbia il 25 di questo mese.
Con un netto distacco rispetto all’idea di concept album che stava dietro ad Igor, si può ben dire che l’ultima fatica di Tyler abbia soddisfatto i palati di tutti. Alla tavola di Call Me If You Get Lost, infatti, viene servito un bis di featurings già rodati con commensali del calibro di Pharrell, Lil Wayne e Domo Genesis, ma anche una serie di fuori menu nei quali molti avevano sperato, primo fra tutti quello con Brent Faiyaz.
L’album è uscito da appena qualche giorno e se ne sono già dette di ogni tipo sul personaggio di Tyler Baudelaire, sul legame con l’omonimo poeta maledetto e sulle vicende che li accomunano. Se ne sono dette tante anche sul regista Wolf Haley, che secondo un commento IG di Jasper (così come annunciato nel 2013 e nelle lyrics di Blessed) nasconderebbe in valigia l’intera pellicola di un film, notizia che ci appuntiamo e dei cui aggiornamenti restiamo in trepidante attesa.
Ma dietro Tyler Baudelaire, Wolf Haley, Igor, Ace e molti altri, così come dietro il banco delle produzioni di Call Me If You Get Lost, si nasconde sempre Tyler, The Creator.
E al di là di tutte le possibili congetture interpretative, così come ogni opera d’arte, anche CMIYGL merita di essere apprezzata senza libretto di istruzioni.
Per questa ragione oggi non ti diremo come leggere l’ultimo disco di Tyler, ma ti forniremo gli strumenti per farlo da sol*. Ecco quindi una breve ma intensa guida, in rigoroso ordine cronologico, di alcuni dei samples anni ’70 che trovi in Call Me If You Get Lost.