Perché The Rockafeller Skank di Fatboy Slim è più nota come “la canzone di FIFA ‘99” che col suo titolo originale? Perché anche chi non ha mai giocato a Super Mario Bros conosce la theme song a memoria? E c’era bisogno di scomodare Hans Zimmer, autore della colonna sonora de Il Gladiatore, per scrivere la soundtrack di Call Of Duty 6? Non solo ci sentiamo di dire di sì, ma ci prendiamo la briga di dedicare un plauso a tutti gli eroi, spesso senza nome e spesso giapponesi, autori di musiche per videogames che hanno fatto la nostra storia senza che ce ne accorgessimo.
Koji Kondo, Takafumi Fujisawa, Nobuo Uematsu: tutti compositori che hanno bucato le casse dei nostri TV a tubo catodico, generando dai limiti della tecnologia dei loro tempi una serie di caratteri ormai topici dell’esperienza del gioco a video tra gli anni ’80 e ’90.
Durante un’intervista a Hot Ones, uno dei format più caldi di First We Feast, con una semplice domanda il sagace Sean Evans fa praticamente saltare Thundercat dalla sedia: “Come gamer nerd e come musicista, quanto pensi sia importante la musica di un videogame nell’esperienza di gaming in generale?”.
Oltre a commentare le finezze tecniche delle soundtracks più riuscite, come quelle di Super Mario, Contra e Halo, il papà di Tron racconta che, quando era ancora un piccolo Stephen Bruner, lui e suo fratello litigavano per chi avrebbe dovuto usare la TV. “Mio fratello voleva guardare i video del Zildjian Drum Day, e io invece stavo lì seduto con Sonic 1 acceso, ma senza giocare e senza mettere pausa. Lui pensava che stessi lì così per fargli dispetto, ma in realtà io mi incantavo ad ascoltare le musiche e a processarne inconsciamente l’armonia e la melodia”.
Lo stesso Thundercat, qualche secondo prima, aveva confermato che brani come Fleer Ultra, così come Capitan Stupido, Jameel’s Space Ride e in generale tutta la sua cifra stilistica, siano ormai irrimediabilmente caratterizzati da un DNA fatto di Mario Kart, Zelda & co.
Nonostante possano risultare evidenti una volta notati, alcuni riferimenti alla videogame culture raffinati come quelli di Thundercat potrebbero passare inosservati. Al contempo, invece, ci sono musicisti che, portando alto il vessillo della musica da arcade, ne hanno dichiaratamente (e finalmente) fatto musica da ascolto. Ad esempio, se non avete mai sentito parlare di Tomoe Inoue, allora segnatevi questo nome. Giapponese per caso, tastierista per volontà, questa tanto ignota quanto unica musicista di Kyoto è dedita all’uso esclusivo di un CasioTone 701 a 6 canali del 1981, con cui è capace di produrre musica tra lo space age pop e la library music italiana, e con cui riesce in ogni caso a catapultarti nel livello più avvincente del tuo videogioco preferito su Nintendo.
Ok, forse al terzo brano di Tomoe Inoue gira un po’ la testa ed è il caso di mettere su un po’ di musica per ripulire le orecchie, e il bello è che non serve spostarci neanche di un millimetro dal focus di questo articolo.
Infatti, a tutti i nostri artisti del cuore prima o poi è capitato di rubare un sample dai propri videogames preferiti. Non ci credi?
Allora eccoti una selezione di artisti, da Thundercat a Kanye West, passando per Janet Jackson e i Dilated Peoples, che almeno una volta hanno campionato i loro videogiochi del cuore.