La premessa del 2018 con l’omonimo album di debutto fu tanto inattesa quanto promettente: Parcels era un esordio indovinatissimo, spensierato e ricco di aspettative per il quintetto australiano di base a Berlino.
Quel retro-pop mischiato al funky e alla disco e rimaneggiato in chiave contemporanea ci aveva divertiti e incuriositi, un po’ per via dell’endorsement dei Daft Punk, che nel 2017 gli avevano prodotto il singolo Overnight, e un po’ per quella straordinaria combo tra la loro estetica vintage e la naturale propensione per suoni freschi e canticchiabili.
Tre anni dopo questa bella premessa i Parcels sono tornati con il nuovo doppio album Day/Night, uscito venerdì per Because Music. Un progetto che potremmo definire come un secondo (e terzo) capitolo della band, diverso ma ugualmente intrigante e godibile.
I nuovi ingredienti aggiunti alla ricetta Parcels sono una imponente dose di eleganza (dovuta probabilmente all’apporto di Owen Pallett) e l’uso di ritmiche meno concitate, orientate stavolta verso melodie languide, ma non per questo sfibrate.
Il giorno e la notte si alternano in questo doppio disco, così come i momenti scintillanti e saltellanti con quelli stiracchiati e distesi. Probabilmente Day/Night è la trasposizione della dualità dei mondi sonori dei Parcels: una inevitabilmente affascinata dal groove e dalla gioia assoluta del funk anni ’70, l’altra che invece si scopre più riflessiva e intorpidita dal soft rock anni ’60.
Così, ascoltando il doppio disco, ci è venuta voglia di scoprire le influenze musicali dei Parcels che ci hanno detto tutto nelle prossime pagine.