È il lontanissimo 1999. Pharrell Williams e Chad Hugo, due produttori meglio noti come The Neptunes, firmano il remix di una traccia di Prince intitolata The Greatest Romance Ever Sold. Questo traguardo è qualcosa di incredibile per qualsiasi fan della prima ora di Prince, come Pharrell che, incoraggiato dall’approvazione del genio di Minneapolis, decidere di scrivere un brano tagliato su misura per lui e di proporglielo: “[per scriverlo] ho letteralmente fatto finta di essere lui”, ha detto. Eppure, nonostante lo sforzo, il tentativo non va a buon fine: “Penso avesse sentito le melodie, forse il ritornello… ma non era nelle sue corde. La risposta è stata proprio un no”.
Quel brano, che il 3 giugno di 19 anni fa avrebbe segnato il debutto ufficiale di Pharrell come cantante, sarebbe diventata una hit dal titolo Frontin’.
In una tanto interessante quanto lunga intervista a DrinkChamps, Pharrell ha sorpreso gli astanti raccontando che molte delle canzoni che hanno fatto la sua fortuna erano inizialmente destinate ad altre persone: dai pezzi scritti per Justified di Justin Timberlake, prontamente rifiutati da Michael Jackson, alla viralissima Happy, inizialmente pensata per Cee Lo Green. Alla luce di queste notizie, non solo diventa inevitabile sentire la voce di Prince su Frontin’ o quella di Michael su Senorita, ma si chiarisce anche il perché Skateboard P avesse inizialmente pensato a Frontin’ come a una meteora, a un episodio unico destinato a non ripetersi: il motivo è che non si è mai sentito un cantante.
In questa intervista riferita in occasione dell’uscita di In My Mind, il suo album di debutto del 2006, Pharrell ripercorreva la sua carriera raccontandosi univocamente come un producer che, per dare l’idea di un ritornello o di una strofa, si è ritrovato per caso a intonare delle strofe emulando lo stile dei suoi idoli. “Non penso di saper cantare, e nemmeno di saper rappare. Quello che faccio è semplicemente esprimermi”, diceva a Complex nel 2005. Eppure, il ritmo sincopato e princiano di Frontin’, ben lontano dall’essere una canzonetta passeggera, sarebbe diventato un’occasione di svolta generazionale. E nonostante la sua posizione così autocritica, Pharrell era ben consapevole di aver scritto un vero e proprio manifesto, che avrebbe portato anche i più scettici a leggere l’hip hop in una chiave lontana dalla Thug Life ancora così preminente negli anni 2000.
Il videoclip che aveva accompagnato il pezzo, con la partecipazione di una diciassettenne Lauren London (ex-moglie del compianto Nipsey Hussle) e di personaggi di spicco come Jay-Z e Lenny Kravitz, segnava ufficialmente l’inizio della stagione d’amore tra skateboarding e hip hop. L’enorme pedana allestita dentro una villa di Miami è diventata così iconica da essere omaggiata da Virgil Abloh nella sua mostra “Figures of Speech”del 2019.
Lo stesso Abloh aveva riconosciuto di fronte ai microfoni di Complex l’impatto delle scelte stilistiche di Pharrell non solo sulla musica, ma sull’intera black culture negli anni 2000: “Il prototipo ai tempi era quello del criminale, o dell’atleta o del rapper. E poi è arrivato lui, con una nuova energia da producer, artista, individuo. Tutto questo mi ha messo davanti uno specchio – era proprio un nuovo prototipo, un nuovo sound. Molta della libertà che esprimo nella mia pratica artistica prende ispirazione dal suo modo di lanciarsi e rischiare”.
Non c’è abbastanza spazio, poi, per addentrarci sull’impatto ulteriore definito dal lancio del brand streetwear Billionaire Boys Club, avvenuto ufficialmente all’interno del videoclip con una scena ben studiata in cui viene mostrata una pila di t-shirts ben piegate. Con questo brand Pharrell spianava definitivamente la strada al rapporto tra skate e fashion, senza il quale molto probabilmente non avremmo mai avuto nessuna Golf Wang.
Frontin’ è stata la parte più visibile di un fenomeno che porta il nome di Pharrell, che è cominciato dal sodalizio con Chad Hugo e che è fiorito nell’hip hop, ma che è riuscito a superare tutti i limiti all’interno dei quali è cresciuto. Del resto, se il panorama pop oggi può vantare qualche contributo di qualità, è soprattutto grazie a un ragazzino che dopo il laboratorio di batteria a scuola, usciva a skateare con gli amici per liberare la mente e sognare un futuro migliore per lui e per il suo quartiere.