Mentre finivano le vacanze, nell’ultimo giorno di Agosto, è arrivata “All Over This Party”, la nuova traccia di Sans Soucis, a dirci che la festa è tutt’altro che finita.
Settembre è l’inizio di una nuova era e un po’ lo è anche quest’ultimo brano per l’artista e produttrice italo-congolese che negli ultimi due anni ha costruito uno stile musicale tutto suo mescolando alt-R&B, cantautorato italiano, soul elettronico.
Con la più recente release inizia un nuovo capitolo per Sans Soucis, frutto di un personale percorso di introspezione: “All Over This Party”, con le sue good vibes dance pop, vuole essere uno spazio festaiolo in cui si celebra la propria identità, in tutte le sue stratificazioni, e nonostante un mondo escludente.
“Questa canzone è per me un modo di reclamare il mio potere in un ambiente che molto spesso discrimina, abusa e stigmatizza la donna” racconta Sans Soucis. ”Non sono binaria e la mia identità di genere è fluida. Volevo celebrare questa consapevolezza convocando letteralmente i miei amici che sono stati così d’ispirazione per me durante questo viaggio”.
Le abbiamo chiesto di raccontarsi attraverso le sue parole fondamentali.
/e·man·ci·pa·zió·ne/
Molto inconsciamente, la mia scrittura e produzione è diventata una resistenza alla misoginia e al patriarcato, ma non solo. Mi piace molto parlare di emancipazione emotiva e reinterpretare episodi traumatici in chiave ironica, per riprendere possesso di momenti che un tempo pensavo mi fossero stati rubati. Il mio modo di vivere e la continua ricerca di eroicità nella vita di tutti i giorni, la voglia di rappresentare ed essere rappresentat*, sono un daily reminder che non voglio essere una sagoma nella società in cui vivo, ne voglio essere protagonista.
/di·à·lo·go/
Scrivere musica mi ha permesso di aprire un dialogo con le persone, ma soprattutto con me stessa, su argomenti che spesso ho provato vergogna ad affrontare. Che sia da una conversazione intima che si ha con una persona cara, alla conversazione che si ha con il proprio diario, il dialogo positivo e negativo che abbiamo con il nostro corpo e il nostro modo di vivere… per me Sans Soucis è sempre stato un mezzo di comunicazione.
Non cerco mai di imporre la mia visione sulle persone che ascoltano la mia musica, ma condividendo la mia esperienza e le mie idee, cerco di creare una piattaforma dove ci si possa educare a vicenda e giocosamente affrontare conversazioni di carattere sociale, culturale, politico e artistico, non avendo paura di sentirsi vulnerabili.
/còr·po/
Il corpo è una delle tematiche più difficili che mi sia ritrovata ad affrontare. In questo momento, mi sto dedicando al ballo in maniera più professionale per costruire un rapporto sano con la mia fisicità e tornare a concepire il corpo come un mezzo attraverso il quale esisto e mi esprimo. L’arte è come sempre un legante e una cura.
/viàg·gio/
Come in ogni viaggio importante che si rispetti, vi sono diverse tappe e una collezione di esperienze che ci formano nella scuola della vita.
La mia famiglia ha una lunga storia di migrazioni e io stessa sono emigrata dal mio paese di origine per costruirmi un futuro a Londra.
Questo viaggio letterale ma anche spirituale mi continua a formare fino ad oggi, e tutto ciò che posso fare è essere sempre aperta ad imparare e a documentare una storia che ho scelto di percorrere per evolvermi di giorno in giorno in una persona più cosciente, sensibile e devota alle mie passioni.
/gloss/ and /film/
Mi piace il vintage e mi piace il contemporaneo. Ho usato queste due parole inglesi per catturare la lucentezza e cura nel dettaglio, che va ad accostarsi ad una pellicola da film, che rende tutto quasi più personale grazie al suo carattere analogico. Queste sono due componenti fondamentali in tutto ciò che faccio. Contraddittorie, ma che hanno molto senso nel mio universo artistico.