Da che mondo è mondo, a ogni cultura di strada che si rispetti è legata almeno una metafora legata al cibo. Perché non c’è niente che può farti perdere la testa tanto quanto la rabbia, se non il morso della fame.
Lo sapeva bene Daniel Dumile, che dopo aver già pubblicato ben tre album nel giro di pochi mesi (Parts 1 & 2 come Viktor Vaughn, Madvillainy come Madvillain con Madlib, e Take Me To Your Leader come King Geedorah), il 16 novembre 2004 decide che è il momento di dare seguito al suo progetto più apprezzato, MF DOOM, con un secondo succulento album: MM…FOOD.
“I grew up in a multicultural town in Long Island where it was part of our experience of dealing with different cultures and different foods and different influences they brought to the country”, ha detto DOOM a chi gli ha chiesto il perché di un concept album a tema cibo.
Nonostante lui la faccia semplice, in realtà i layer da leggere nella scrittura lirica e sonora di questo capolavoro oggi maggiorenne sono innumerevoli e, con il bias della lingua, non sempre semplicissimi da leggere e capire.
Tuttavia, per figurarci la portata di questo disco bastano due brevi riflessioni.
La prima: alcuni dei beat usati in MM…FOOD sono “scarti” preziosi di altri progetti, primo fra tutti quello di One Beer, prodotta da Madlib e scartata dalla tracklist di Madvillainy. Una traccia così sacra che, con ogni probabilità, ci ha regalato Tyler, The Creator per come lo conosciamo oggi (qui ne trovi una prova, sotto ne trovi un’altra).
La seconda: a conti fatti, oggi MM…FOOD rimane effettivamente uno dei pochissimi concept album degni di questo nome nel panorama hip hop. Se si tralasciano, infatti, alcuni capolavori che ruotano intorno a “vicende” e “racconti”, il secondo piatto di MF DOOM è tra i rari casi in cui il fil rouge che attraversa la tracklist dell’album è un oggetto: il cibo. Questa unicità si fa forza degli enormi limiti derivanti dalla scelta di restringere il campo del suo vocabolario su un unico tema, limite che DOOM non ha paura di sfruttare come occasione per sguisciare agilmente tra sinonimi, assonanze e metafore degne dei più spessi mattoni di storia della letteratura.
Per tornare poi su un tema caldo fumante che abbiamo affrontato proprio qualche settimana fa, non è un caso che la traccia più streamata di DOOM su Spotify sia una che ha trovato spazio tra i suoni virali di TikTok e che esce proprio dal forno di MM…FOOD: Rapp Snitch Knishes (NB: gli knisch sono uno street food di origine ebraica). “At the time I wrote the song, I think I was with one of my boys and we stopped and got knishes that day. It’s just something that resonated with me. It’s a funny sounding word too. Knish. Words that rhyme with knish… any aspect of that, how it sounds, how it can match with something in society. So ‘rap snitch’ and ‘knishes’ kinda go together. So it was easy to find a title”, ha raccontato a XXL nel 2013.
Chissà se avrebbe mai immaginato che un giorno migliaia di ragazzi da tutto il mondo lo avrebbero omaggiato a ruota libera riprendendo il topico riff di chitarra campionato in questa traccia tratto da una cover di Space Oddity di David Bowie.
“Here you will find food for your body / As well as comfort for your troubled mind” recita il sample tratto da un film horror del 1942 e piazzato in apertura di Beef Rap. E non è una metafora. Perché ti basterà flippare il cd MM…LEFTOVERS, b-side di MM…FOOD contente le tracce che non ce l’hanno fatta, per leggere la ricetta del “Villanous Mac&Cheeze” firmata DOOM e capire che, come con l’hip hop, con il cibo non si scherza.