A 19 anni Tyler Okonma esce per la prima volta da Los Angeles per raggiungere la costa opposta, e più precisamente New York. Appena mette piede sul suolo della Grande Mela realizza una cosa: non ha mai sentito così freddo in vita sua.
Così gli amici che lo ospitavano: “Guarda che non basta mica un North Face per vivere l’inverno di NYC! Devi comprarti una giacca VERA”. Tyler non ha mai sentito parlare di piuma d’oca, di tessuti tecnici, e di tutto quel ventaglio di dettagli su texture e materiali che sta dietro alla progettazione di un capo. Insomma, per la prima volta si rende conto che, così come la moda non è semplice abbigliamento, neanche l’abbigliamento può essere solo moda.
“Viaggiare mi ha aperto gli occhi”, raccontava l’anno scorso a Fast Company. E non è un caso che Call Me If You Get Lost, concept album completamente dedicato al viaggio, alla scoperta, alla perdizione e al movimento, sia stato il trampolino di lancio per uno dei passi più importanti della carriera di Tyler: dopo 5 anni, nel dicembre 2021, GOLF le FLEUR* si stacca definitivamente da GOLF WANG e diventa finalmente un brand indipendente.
L’avventura le FLEUR* cominciava nel 2016, quando all’interno del primo fashion show di GOLF a Los Angeles, Tyler spoilerava la sua prima collaborazione con Converse. Nonostante i prodotti non fossero ancora disponibili nemmeno per il preorder, Tyler ha regalato a ognuno dei presenti allo show un paio di scarpe, consegnando un foglietto su cui esprimere la preferenza di misura e colore.
Da allora fino al 2021 la linea del tempo di GOLF le FLEUR* è caratterizzata da una serie di collab esplosive con brand del calibro di Lacoste, Schott e persino il brand di gelati Jeni’s, sempre con in background la linea GOLF le FLEUR* x Converse rimasta imperitura fino all’ultimo drop delle GLF 2.0 di qualche mese fa.
Nonostante tutte le collab vadano a gonfie vele, già dal 2019 Tyler comincia a pensare per le FLEUR* un approccio diverso. Così comincia a parlarne con le persone che stima, tra cui Dev Hynes e Solange, che lo incoraggiano nel dare forma alla sua nuova visione del brand. Ma sarà uno il contatto chiave che rappresenterà la svolta di GOLF le FLEUR, che passerà dall’essere un side brand ad acquisire un’identità propria: quello con Virgil Abloh.
“Quando gli ho detto ‘hey, ho questa idea per le FLEUR* ma non so esattamente cosa sia, so solo che voglio fare pantaloni così, maglie così, …’ lui subito: ‘ok, cosa ti serve? Dammi una settimana’. Mi ha messo in contatto con persone in Italia, e-mail, chiamate, facetime per presentarmi gente che non avevo mai visto”, ha raccontato Tyler il giorno dell’inaugurazione del primo flagship store GOLF le FLEUR*. “Questo era il giorno in cui avrei voluto guardarlo negli occhi e dirgli: hey Virgil, oggi finalmente posso mostrarti tutto ciò che mi hai aiutato a mettere in piedi, tutto ciò che hai fatto per me. Volevo davvero che lui lo guardasse solo perché dicesse ‘FIRE’. E avrei voluto dirgli ‘no, tu non capisci. GRAZIE, davvero’”.
Proprio quella del primo flagship store, piazzato su una collina appena fuori da Malibu, è forse l’immagine più evocativa del nuovo linguaggio GOLF le FLEUR*: la struttura organica e l’intero set up dello store sono state interamente progettate da Tyler su una delle sue segretissime Moleskine, che ha mostrato sempre nella stessa intervista con Fast Company.
Rivolgendosi a un target completamente diverso da quello di GOLF WANG, il nuovo approccio di GOLF le FLEUR* ruota attorno alla qualità, al tatto e a una percezione sfaccettata ed esperienziale dei colori e dei materiali. Il tutto accompagnato da una narrazione evocativa che trasporta anche chi non possa recarsi a toccare con mano i prodotti nei paesaggi più bucolici del mondo. Emblematica in questo senso la descrizione che si legge sul retro del packaging della fragranza French Waltz: “French Waltz è un sonnellino in giardino, è prendere il sole, asciugarsi di dosso la rugiada del lago. È il dolce vento floreale di giugno”.
Ed è incredibile come, in un lavoro di fino che scende fino al minimo dettaglio, non traspaia nessuno scollamento tra il Tyler eclettico che abbiamo sempre conosciuto e la nuova estetica bourgeoise del progetto, estetica interamente inglobata all’interno dei visual di Call Me If You Get Lost e delle sublimi campagne adv ispirate all’universo Wes-Andersoniano che hanno accompagnato il lancio di ogni singolo prodotto.
Forse da verə fan boys e fan girls non abbiamo una visione troppo oggettiva del fenomeno le FLEUR*.
Ma diciamoci la verità: se per un attimo abbiamo pensato “I miss the old Tyler“, la scelta di una colonna sonora italiana di Gabriele Ducros per il lancio di uno smalto e quella di intitolare una fragranza con il nome di una delle tue tracce soul preferite, ci hanno fatto capire che il vecchio Tyler è sempre lì. Sta solo crescendo, e come sempre lo sta facendo a modo suo.