Siamo fortunatə a vivere in un’epoca in cui il sampling è diventato una disciplina riconosciuta a tutti gli effetti: si pratica, si studia e si analizza come una scienza esatta. Abbiamo imparato a leggere i credits, a farci le domande giuste sulla pasta di un determinato suono, a storcere il naso quando su WhoSampled non riusciamo a trovare da dove venga un campione che ci ha fattə innamorare.
Eppure, grazie all’adorazione e (perché no) all’ossessione della cultura popolare per il sampling degli ultimi anni, alcuni musicisti fino a oggi ignoti hanno finalmente ottenuto il riconoscimento che meritavano. Grazie al lavoro dei nostri producer preferiti, molti artisti, album, o brani crollati nel baratro del dimenticatoio hanno ripreso luce e oggi brillano nelle nostre playlist e risuonano ancora nelle nostre orecchie.
Oggi ci siamo chiesti quali siano i brani che più hanno beneficiato di questo processo di rinascita e rinnovamento, e siamo statə accoltə da due sorprese interessanti: la prima è che i sample più utilizzati sono quasi sempre dei drumbreaks o dei props vocali super groovy, sicuramente più semplici da utilizzare rispetto a melodie e sezioni strumentali. La seconda invece è che nella maggior parte dei casi, come frontman o come producer, in un modo o nell’altro sul podio leggiamo quasi sempre il nome di James Brown.
La cosa ci sorprende? Forse no, ma secondo noi è comunque il caso di scavare più a fondo in questo e altri dettagli di questa faccenda. Per questo abbiamo raccolto qui alcuni storie, miti e leggende sui sample più utilizzati di sempre.