Durante uno dei capitoli più fragili della nostra storia che cadeva nel 2020, Fred Gibson, che in quel momento si trovava ad affrontare una violenta tempesta personale oltre che quella globale, si è chiesto: cosa può farmi stare meglio in tutto questo dolore? Se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato è vedere lo straordinario in tutto quello che fino a quel momento avevamo giudicato come semplice, quotidiano e banale.
È così che due anni fa Fred Again.., dopo una breve ma brillante carriera da dietro le quinte, si avventura in modo frontale e onesto nel suo primo progetto solista, in cui tra voci care e sconosciute incontrate in casa, per strada o scrollando passivamente sul web, pubblica il primo capitolo di un folle diario collettivo dal titolo Actual Life (April 14 – December 17 2020).
Come spesso accade con il campionamento, Fred parte da un sample per costruire un’intera traccia che segua il mood di quel campione. Ma la particolarità della sua tecnica non sta tanto nelle scelte compositive, quanto nella selezione e nel patchwork di sample utilizzati. Le voci scelte per comporre ‘Actual Life’ sono voci iper realistiche, sincere e oneste. Sono voci di persone colte nell’atto onesto di raccontare la propria storia, il proprio dolore. Sono voci di persone che danno il nome ad ogni traccia e che Fred ha collezionato da ogni parte del mondo e del web, da vocali registrati per caso durante una notte brava a video incontrati per caso scrollando su Instagram, come nel caso di una delle tracce più amate di questo disco, ovvero Kyle (i found you). “Io e Kyle non ci siamo mai incontrati, abbiamo chattato un paio di volte ma non ci siamo mai visti di presenza”, ha raccontato ai microfoni di KEXP. “Sai com’è quando scrolli su Instagram, no? Scrollavo pagine mediocri, poi altre, poi altre e improvvisamente mi sono ritrovato lì, a guardare il video di questa open mic night e ad ascoltare la sua incredibile voce”.
In diverse interviste Fred Again.. ha raccontato quanto casuale sia stato l’incontro con i sample per questo disco. “Li ho accumulati nel tempo in modo casuale. Li ho raccolti in una piccola cartella sul mio cellulare chiamata ‘Actual Life’. E poi probabilmente alcuni in particolare mi sono saltati all’occhio in base a ciò che stava succedendo nella mia vita in quel momento”, ha raccontato in un track-by-track per KEXP. Per natura, dunque, ogni frammento di questa composizione assume la connotazione di un dono etereo e fragile, di un regalo intimo e sincero di chi parla. In mezzo alle voci degli estranei, sono gli interludes con la voce di Fred che fungono da cucitrice, quasi a riportare l’ascoltatore dal sogno lucido delle sensazioni alla pragmaticità del diario: “ho usato gli interludes come degli appunti, perché volevo che [il disco] non suonasse come un concept album o come una collezione di pensieri astratti, bensì come un diario”.
Da che mondo è mondo e da che l’arte è arte, cucire insieme le sensazioni individuali più intime in un quadro universale è un mestiere difficile, e Fred Again.. lo ha esperito sulla sua pelle quando è arrivato il momento di manipolare le voci campionate delle persone per incastrarle dentro la sezione ritmica di un brano, mantenendone al tempo stesso l’integrità emozionale. Sabrina (i am a party) sembra essere il caso più emblematico: “Quello è stato il sample che mi ha fatto dire ‘oddio, questo è veramente sacrilego’. Mentre pitchavo la sua voce mi sentivo come se stessi incasinando l’anima di qualcuno, sporcando quella purezza, e sudavo all’idea di rovinare quella cosa”.
In questo quadro così complesso, Fred non si limita a dirigere il coro del mondo. A metà del disco e alla fine, è lui stesso a prendere la parola e a raccontare il suo inferno, l’inferno di chi si è innamorato perdutamente di una persona che, dopo poco tempo si è ammalata gravemente. Me (heavy) è una straziante conversazione / monologo a distanza, svolto in parte al telefono con la partner e in parte con il cosmo, un flusso di forza e di stanchezza in cui Fred si trova a cantare in prima persona: “Nulla in cui mi ero imbattuto fino a quel momento diceva ciò che avrei voluto dire, per cui mi sono ritrovato a cantare io stesso con grande imbarazzo”. L’epilogo di questa storia si legge nell’ultimo brano prima dell’outro, Angie (i’ve been lost), che è accompagnato da un videoclip in cui in un testo in sovraimpressione Fred Again.. si racconta in modo onesto e trasparente, quasi come fosse in una chat con chi sta guardando e ascoltando.
Un diario segreto per antonomasia è qualcosa che teniamo per noi. Un luogo privato, dove liberarsi di gioie e dolori, ansie e soddisfazioni, domande e risposte. È il luogo in cui gli eventi banali del quotidiano diventano grandi temi, in cui il sentirci incompresi diventa un abbraccio a noi stessi, in cui tutti gli interrogativi nebulosi della nostra mente prendono forma davanti ai nostri occhi.
Per quanto universale, la trilogia Actual Life di Fred Again.. riflette tutte queste caratteristiche: è un luogo del suono sicuro, accogliente, in cui ci sentiamo strettə un abbraccio collettivo. Lo ascoltiamo e d’improvviso non siamo più da solə.