Se pensiamo al jazz, Miles Davis potrebbe essere il primo musicista a venirci in mente. Tutto ciò ha perfettamente senso: del resto siamo in molti a pensare che Miles abbia fatto da ponte tra il jazz vecchia scuola e un pubblico più mainstream. Ma se sei una persona curiosa e hai letto la sua celebre autobiografia, probabilmente saprai che, nonostante il suo egocentrismo, Miles non ha mai negato l’enorme influenza di tre musicisti sul suo modo di concepire la musica: tra questi Charlie Parker, Dizzy Gillespie e Ahmad Jamal.
Abbiamo imparato a guardare i sample da mille prospettive diverse, li abbiamo scovati da tutte le parti: nelle conversazioni dei cartoni animati, nelle colonne sonore dei film, nelle musiche per videogiochi. Ma, come ha detto Robert Glasper in un interessante video sul sampling: “Se sei un producer hip hop che vuole una componente melodica importante, molto probabilmente la prima cosa che penserai di campionare è il jazz. Con Ahmad Jamal non devi fare nemmeno troppo chopping, perché la sua musica è già folle di suo”.
Non è un caso che uno dei nostri primissimi reel sample (ormai quasi due anni fa:’) fosse proprio dedicato alla figura di Ahmad Jamal, visto che se pensi a uno dei tuoi brani hip hop preferiti della vita, è vagamente possibile che quello campioni un pezzo del grande pianista di Pittsburgh. Come nelle migliori storie americane, nessuno avrebbe mai detto che il figlio di un operaio di acciaieria e di una collaboratrice domestica a 14 sarebbe stato definito da Art Tatum un “astro nascente”, astro che avrebbe scritto non solo la storia del jazz, ma anche dell’hip hop, come dimostrato dall’entusiasmo di Pete Rock nel recuperare il floppy disk con il sample originale di The World Is Yours di Nas.
La maniera in cui Ahmad Jamal, al secolo Frederick Russell Jones, ha cambiato la forma del jazz ha molto a che fare con il suo temperamento come persona. Che tu faccia parte dello showbiz della musica del diavolo o che abbia visto almeno una volta un suo concerto, on screen o di presenza, saprai che Jamal è noto per il suo temperamento rilassato, riflessivo ed estremamente umile. Così come Yussef Lateef, Idris Muhammad, Muhammad Ali e Abdullah Ibn Buhaina [aka Art Blakey], Jamal aveva cambiato il suo nome cristiano con un nome islamico dopo essersi convertito all’Islam prima dei suoi 20 anni. Ed è la pace ottenuta da questa conversione, chiaramente leggibile nel suo stile pianistico, che ha permesso al suo leggerissimo tocco di innovare la concezione del jazz per come era stato conosciuto fino agli anni 50.
Se il bebop di Dizzy e Bird aveva stregato tutti con virtuosismi, montagne russe melodiche e pieni impeccabili, Ahmad Jamal (così come Thelonious Monk) in punta di piedi aveva fatto del silenzio e dei vuoti tra le note un elemento imprescindibile della sua poetica, conferendo alla performance quella leggerezza e quella pulizia che avrebbero contraddistinto la storia del jazz celebre ai più, ossia il jazz modale di John Coltrane, Bill Evans e Miles Davis.
Proprio Miles Davis nella sua autobiografia cita Ahmad Jamal come una delle sue più grandi influenze, dicendo: “Ero andato a sentirlo una volta […] e mi avevano colpito il suo concetto di spazio, la sua leggerezza di tocco, il modo in cui metteva assieme le note, il suo understatement, gli accordi e i vari passaggi. […] Amavo veramente il suo lirismo al pianoforte, il modo in cui suonava e il modo in cui creava spazi nella voce di insieme del gruppo. […] Quando la gente dice che Jamal mi aveva influenzato molto, ha ragione”.
Per comprendere la concezione di spazio di Ahmad Jamal, basta contare il numero di note da lui suonato nel suo brano più essenziale e al contempo più famoso, Poinciana.
Verso la fine di questa bellissima performance, c’è l’inciso di un’intervista in cui Jamal si esprime sul concetto di temporaneità.
“È il palco. Io devo scendere, tu devi scendere. Tutti devono scendere dal palco prima o poi. Non puoi restare lì per sempre. E quindi, mentre sei lì, devi divertirti. […] Tutti noi siamo solo degli ospiti qui. Nessuno resta per sempre. Ma quando hai un buono spirito e una buona vita, è lo spirito che rimane. Se lo spirito è buono, la vita continua anche se la persona scompare. È la vita. C’esta la vie“.
Come sempre per noi il sampling è un’occasione per celebrare chi ha scritto la storia dei brani che ci fanno battere il cuore. Oggi, a pochi giorni dalla sua scomparsa, celebriamo Ahmad Jamal con 7 dei nostri pezzi preferiti che campionano la sua immensa discografia.