JFDR – Underneath The Sun
Dieci anni fa all’ex macello di Padova mi innamoravo di un duo islandese, due sorelle, le Pascal Pinon. Ero con Anna, pietra preziosa e cuore del mio cuore, avevamo gli occhi enormi e spalancati, due birre in mano, il fango sulla punta delle scarpe. Le Pascal Pinon non esistono più come non esistiamo più io e Anna, ma Jófríður Ákadóttir continua a suonare con il nome di JFDR.
“Museum”, il suo nuovo album, è uscito lo scorso venerdì. Il disco è un monumento senza tempo, una stanza piena di oggetti che evocano sentimenti e sensazioni, una mostra con un biglietto d’ingresso popolare e le aperture serali infrasettimanali. JFDR dice che è “an album about clearing and healing. Like breathing fresh strong air through your old self.” Tra le altre, c’è una canzone che si chiama con il mio nome, in cui sembra evocare uno spirito. Parla con me? Parla con me.
Underneath The Sun è il brano che chiude il disco, il sole dopo il temporale, la luce alla fine del tunnel, le braccia di una persona che vi piace e che vi stringe forte per dieci secondi appena uscite dalla stazione, prima di guardarvi intorno per controllare se è già lì.
“I’ll be on your side, underneath the sun
Carved out in heaven some of our love
I have tried to hide, I have failed to forget
I could be the culprit, if I was right.”
JFDR è su instagram / bandcamp