Uno dei migliori esordi dell’anno quello di Daniela Pes che ha pubblicato “Spira” il 14 aprile per Tanca Records, l’etichetta di Iosonouncane.
Cosa ce lo fa dire? Il fatto che è sempre più raro trovarsi straniati e innamorati davanti a un progetto. Interrogarsi, ascoltarlo attivamente per cogliere questo o quel suono, ammirare il modo in cui l’artista sia riuscita a sacrificare il significato al significante, plasmando la parola attorno alla pura creatività melodica.
Le sette tracce di “Spira“, prodotte dallo stesso Iosonouncane, ci arrendono al mistero della musica che è bellissima e affascinante anche quando è formalmente priva di un senso testuale.
Alternando antiche parole galluresi, destrutturati termini italiani e vocaboli totalmente frutto della sua fantasia, Daniela Pes inventa un linguaggio coraggioso, perché indecifrabile e ostico, ma che allo stesso tempo ci fa accedere senza troppe difficoltà al suo mondo, fatto di rimandi arcaici e suggestioni contemporanee.
Per andare più a fondo nelle sue influenze musicali, abbiamo chiesto all’artista di selezionare 5 brani fondamentali per la sua formazione.
1. Fabrizio De Andrè – Se ti tagliassero a pezzetti
È il primo brano che ho imparato e registrato all’età di cinque anni, ne conservo ancora la registrazione.
Ho un ricordo bellissimo di questo brano e del fatto che Fabrizio riuscì a sentire quella mia registrazione di bambina dato che, assieme a Dori, passava le estati in Sardegna a casa di mia zia, in Gallura. È per me un ricordo prezioso che tengo stretto.
2. Ella Fitzgerald – Azure
Il primo brano di Ella che ho ascoltato e che mi fece innamorare della sua voce.
È la cantante jazz che ho amato e approfondito di più, ho scritto la tesi su di lei per la mia laurea triennale.
3. Avishai Choen – Smash
Compositore e contrabbassista israeliano, è uno dei miei musicisti preferiti da tempo.
Amo cantare le sue melodie e questo è uno dei temi a cui sono più legata.
4. Tigran Hamasyan – The Court Jester
Compositore e pianista armeno, ad oggi e da tempo il mio artista internazionale preferito.
Riconoscerei il suo tocco sul pianoforte tra mille. È riuscito a costruire un suo mondo unico, miscelando la sua formazione classica a quella del jazz, al prog metal e alla musica armena tradizionale. Mi ispira molto il lavoro che fa sull’armonia e sulla poliritmia.
Questo brano, tratto dal suo album “The Shadow Theatre”, è una delle mie suite strumentali preferite.
5. Stromae – Fils de joie
Artista e produttore belga che ascolto tanto. Mi piace il fatto di sentire tante culture diverse nella sua musica.
Questo è uno dei miei brani preferiti dell’ultimo album “Moltitude”.