Immagina di trovarti dentro un magazzino. Potresti essere a Los Angeles come a Palermo, ma c’è solo una cosa che conta: tutte le pareti di quella stanza sono letteralmente tappezzate di dischi e qualcuno ti ha detto che puoi prendere tutto quello che vuoi e usarlo come più ti piace, senza limiti né ripercussioni. Hai solo un compito: valorizzare al massimo ciò che prenderai e porterai fuori, ed evangelizzare tutti coloro che quei dischi, con molta probabilità, non li hanno mai visti né sentiti in vita loro.
Questo non è il riassunto di un film, bensì di ciò che succedeva nel 2002 a Otis Jackson Jr., meglio conosciuto come Madlib, che esattamente 20 anni fa entrava nei magazzini della Blue Note Records a mani vuote e ne usciva con un dei suoi dischi più acclamati e conosciuti: Shades of Blue.
Ai tempi Madlib era uscito con davvero pochissima roba: Champion Sound con J Dilla sarebbe uscito dopo qualche mese, ma tra gli album all’attivo c’era già Angles Without Edges, pubblicato per Stones Throw sotto il moniker Yesterday’s New Quintet, in cui la metà di Madvillain suonava praticamente tutti gli strumenti di un quintetto jazz dalle sonorità astrali e sperimentali. Chi meglio di lui, dunque, per riaccendere una bella luce sull’immenso catalogo Blue Note che del jazz aveva scritto la storia? Così Eli Wolf, fratello di Peanut Butter Wolf (fondatore di Stones Throw) e al tempo A&R in Blue Note, gli propone di lanciarsi in quello che per lungo tempo è stato definito un “remix album”. Paura della parola “sample” o “interpolazione”? Forse. Eppure, ciò che emerge da quell’album è un’esegesi impeccabile di diverse tipologie di dischi dal catalogo dell’etichetta: alcuni sono i dischi iconici che hanno gettato le basi del jazz moderno (come Song For My Father di Horace Silver, Maiden Voyage di Herbie Hancock o Adam’s Apple di Wayne Shorter, per citarne alcuni); altri invece, fino a prima di essere campionati erano praticamente sconosciuti, come Distant Land di Donald Byrd del 1973, che ai tempi era ancora inedita, e che per sezione ritmica, armonie e scelte stilistiche sembra un brano del 2015.
Blue Note Records è sinonimo di jazz dal 1939, quando i due immigrati tedeschi Alfred Lion e Francis Wolff la fondarono con l’intento di firmare e registrare alcuni nomi della scena americana che in quel momento stavano spopolando con Bebop e Boogie Woogie. Con il passare del tempo, però, Blue Note acquisisce una sua linea editoriale fino a diventare uno degli spazi di punta per gli le nuove voci strumentali del jazz moderno, o Hard Bop: tra questi, oltre i già citati Herbie Hancock, Horace Silver e Wayne Shorter, si piazzano a piè pari alcune pietre miliari della storia del genere, tra cui Art Blakey & The Jazz Messengers, Blue Train di John Coltrane e Somethin’ Else di Cannonball Adderley, che contiene quella che forse è l’incisione jazz più conosciuta al mondo: Autumn Leaves, con Miles Davis alla tromba.
Grazie anche al preziosissimo lavoro dell’ingegnere Rudy Van Gelder, del grafico Reid Miles e dell’occhio di Francis Wolff che era anche un fotografo eccezionale, Blue Note Records è diventata (e rimasta) una di quelle pochissime etichette i cui dischi si riconoscono sia al primo sguardo che al primo ascolto. Negli anni, poi, questa cosa non è cambiata, visto che la label è riuscita a reimmaginarsi diverse volte in chiavi diverse: il lavoro di Madlib è il primo esempio di questo approccio visionario e mutevole, insieme ad altre celebri perle del catalogo, tra cui Tourist di St Germain, Hand On The Torch degli US3 o il molto più recente Blue Note Re:imagined del 2020, dove abbiamo visto nomi a noi cari, come Jorja Smith, Jordan Rakei e Alfa Mist cimentarsi nella reinterpretazione di alcuni classici della storia dell’immortale label.
In occasione dei 20 anni di Shades Of Blue di Madlib, vogliamo approfittare perché oltre a scrivere la storia del jazz, Blue Note Records ha scritto anche la storia dell’Hip Hop, del Soul e di ogni genere in cui il sampling sia contemplato e sacro. La ripercorriamo sfogliando 5 dei sample più iconici che i nostri producer preferiti hanno estratto dal catalogo di questa fortunata e immortale label.