Charif Megarbane – Pale Baleine
L’ombra che arriva lenta a rinfrescare le spiaggia, le tue gambe nude mentre dormi, l’amore che sai, una barca piccola che si muove in equilibrio sull’orizzonte, gli abbracci stretti per dirsi altro, la beauté, l’ordinaire. Trovare qualcosa che ci piace e fidarci per sempre.
Io mi fido di Habibi Funk, dei ritrovamenti, del passato che ritorna con una dolcezza prepotente nel presente. Da oggi mi fido anche di Charif Megarbane, artista libanese che fa una musica così particolare e unica che sembra che tocchi tutte le coste del Mar Mediterraneo: Algeria, Libia, Italia, Turchia, Albania, un suono che rimbalza su tutte le coste.
Il suo disco “Marzipan” è uscito lo scorso venerdì ed è la prima pubblicazione contemporanea di Habibi Funk (la 023) – etichetta abilissima nella resurrezione di dischi scomparsi anche cinquant’anni fa. In copertina c’è Charif Megarbane, beve un caffè controluce in un bar davanti al mare. L’album è stato registrato a Beirut lo scorso anno, Charif suona tutti gli strumenti e ha composto tutti i brani. Il più bello è Pale Baleine (“balena pallida”), sicuramente meno temibile di quella del capitano Achab, ma che alimenta la stessa ossessione dopo il primo ascolto.
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