Non è nuovo a queste pagine Grosso Bernardo. Proprio qualche mese fa, ci avevamo messo una Puntina su, in occasione dell’uscita del primo singolo di Devastami Fortuna, il suo EP uscito a fine giugno per La Barberia Records.
Il progetto dell’artista (già attivo sotto il nome di i Bernardo Levi e di F.M. Fortuna.) si muove tra digitale e analogico, sintetizzatori e campionamenti ambientali, con attitudine dichiaratamente e volutamente DIY.
Balla e disperati qui sotto, ma dopo il player scopri di più sulle influenze musicali di Grosso Bernardo.
1. Marching Church – Calling Out A Name
Nel 2015 ho diviso casa per un periodo con Alex Zhang Hungtai, a L.A.. Lui aveva appena chiuso il progetto Dirty Beaches, stava imparando a suonare il sassofono, e registrò questo disco con musicisti del giro di Copenhagen e altre persone. All’epoca c’era un volo super economico tra CPH ed LAX. Io ero pieno di dubbi su quello che potevo o non potevo fare con la musica, venivo da una scena in cui il ritornello deve funzionare, ed ero lì per lavorare nel dipartimento di letteratura dell’università. Ecco, per me vederli suonare e fare progetti in totale libertà, seguire una linea di ricerca senza pensare ad altro, è stato un momento di chiarezza molto molto forte.
2. Iosonouncane – Mandria
Vedendo lui dal vivo ho capito che si poteva suonare in un certo modo anche da soli, col computer. La relazione col laptop è parte della mia pratica. Mi interessa chi la esaspera (tipo Holly Herndon), ma anche chi la normalizza, o la mette tra le premesse. Forse l’unica fortuna dei millenials è aver vissuto il passaggio tra analogico e digitale e – ricordando entrambi – poter stabilire un rapporto autentico con due linguaggi. Il modo in cui l’ha fatto Iosonouncane mi piace molto.
3. Vladslav Delay – Anima / B
Ad un certo punto ho deciso di iscrivermi al conservatorio, studiare musica elettronica. Il Santa Cecilia di Roma è stato diretto da Berio, aveva un laboratorio di elettronica pazzesco, è stato il centro del mondo per quel discorso musicale lì. Oggi – come tutte le cose romane – ce ne siamo dimenticati. Ho frequentato per un paio d’anni, mai completato gli studi. In quel breve tempo ho rubato idee, soluzioni, pratiche, teorie che rimarranno con me per sempre. Questo pezzo lo ascoltavo spesso. Mi piaceva la coesistenza di elementi materici e digitali e l’uso puntuale dello spazio.
4. Laurel Halo – Rome Theme I (Possessed OST)
Da qualche anno ho iniziato a produrre musica su commissione. Micro-progetti all’inizio, poi è arrivato qualcosa di un po’ più strutturato, per il Centro Dramático Nacional a Madrid. È un lavoro molto diverso da quello che si fa sul palco, ci vuole tecnica e autocontrollo, saper usare bene lo studio. Quello che ha fatto Laurel Halo per un documentario del 2020 mi ha ispirato molto. Suona semplice, arriva forte, ma c’è dentro molta complessità.
5. CCCP – Depressione caspica
Con questa roba ho iniziato la mia vita adulta e devo includerla. Ferretti è troppo vivo per farlo santo, troppo vecchio perché qualcuno lo ascolti davvero. Per me è un gigante del ‘900, nel tempio assieme agli altri – Bataille, Giacometti, T.S. Eliot, chiunque vogliate. Sulla sua visione conservatrice non ascolto critiche superficiali. Non sopporto il nuovo moralismo applicato all’arte. Le cose che mi arrivano più forte sono quelle che descrivono senza prescrivere niente.