Spesso su questi schermi abbiamo commentato le maniere più disparate in cui il fantomatico Internet ha completamente ribaltato le modalità di fruizione della musica e dei contenuti ad essa collegati.
Oggi vogliamo analizzarne una in particolare, che ha permesso a un musicista praticamente sconosciuto non solo di intasare TikTok con la propria musica ed esplodere di stream su Spotify, ma di creare un vero e proprio immaginario intorno alle proprie sonorità: stiamo parlando di berlioz.
@berliozmusic jazz is for ordinary people #smoothjazz #jazzhouse #lofijazz #jazztok #housemusic #housetok ♬ original sound – berlioz
Non è chiarissimo chi questo berlioz sia. Sappiamo solo che dovrebbe chiamarsi Jasper Edward Attlee e che è inglese. Ma il paradosso è proprio questo: il volto di questo musicista e produttore, infatti, ha un’importanza estremamente marginale in questa storia. Facendo leva su uno dei punti deboli più comuni nell’essere umano, ossia la suggestione, il concept con cui berlioz ha conquistato le orecchie e i cuori di TikTok in tutto il mondo si basa su un semplice fatto: il Jazz, e dunque il Nu-Jazz a cui il genere delle sue produzioni è più attinente, sono sempre stati associati a un alone di mistero, struggle interiore, fascino e sensualità, caratteristiche che tutte le persone in un modo o nell’altro si auspicano di avere nei momenti più difficili e tormentati della propria vita.
E così, raccogliendo un album nostalgico e malinconico delle scene cinematografiche e d’animazione più rappresentative di questo sentimento, dal fiabesco di Wes Anderson al dolceamaro di Jean-Luc Godard, passando per il tormentato Almodovar e il retro-futuristico Wong Kar-Wai, berlioz ci catapulta direttamente all’interno della scena con delle clip al limite del meme, dove il semplice ascolto di un brano diventa un incantesimo per vestire i panni di mille personaggi diversi.
@berliozmusic pov – you listen to berlioz #lofihouse #jazzhouse #housetok #housemusic #lofijazz ♬ deep in it – berlioz
Navigare il profilo TikTok di berlioz è un viaggio incredibile attraverso una serie di sensazioni confortanti e appaganti, che ci fanno sentire capitə. Passiamo dall’essere statə appena lasciatə camminando per un prato sconfinato allo scambiare sguardi con qualche sconosciutə in un bar annebbiato dal fumo. Ma perché siamo qui a parlare di questo? Sicuramente non solo per i milioni di streaming che questo immaginario ha generato al nostro caro musicista ignoto.
C’è una genialità molto sottile in questo fenomeno: berlioz ha capito che nel 2023 la musica non può più essere solo un insieme di suoni riassunto dalla copertina di un disco. La musica nel 2023 vuole molto di più, o forse l’ha sempre voluto ma il mondo non era ancora pronto. berlioz ha capito che da che mondo è mondo la gente ascoltando un brano chiude gli occhi perché vuole scappare dalla vita ed essere catapultata in un’altra dimensione.
@berliozmusic 2 new songs in 3 days #smoothjazz #jazzhouse #lofijazz #jazztok #housemusic #housetok ♬ original sound – berlioz
Ci si può piangere addosso perché non si hanno le opportunità che si vorrebbero? La carenza di budget può fermare un’idea? Stando ai suoi numeri, evidentemente no. Nel suo profilo, infatti, berlioz non solo ha costruito una personale narrazione della propria musica, ma ha anche raccontato il making of del suo album. Un po’ come Kanye in Jeen-Yuhs, berlioz non si pone il problema di non essere conosciuto, di non meritare che il proprio processo creativo venga ripreso e ricordato. Per questo, oggi troviamo una serie di video che ci raccontano di come l’artista sia arrivato all’EP finito senza aver modo di pagare la pulizia di eventuali sample. Così quando la gente nei commenti gli chiede “Bro, ma cosa hai campionato per avere un suono così jazzy?” la sua risposta è semplice: “ho speso tutti i miei risparmi per registrare un disco jazz e poi campionarlo“.
@berliozmusic POV – you record your own samples #lofihouse #jazzhouse #housetok #housemusic #lofijazz ♬ original sound – berlioz
Non sappiamo che risvolti avrà questo momento di successo per berlioz. Eppure, se il Nu-Jazz è sempre stato considerato (immeritatamente) musica da ascensore, di certo lui l’ha portato a un’altro livello, oltre a dimostrarci che essere davvero convinti della propria arte è il primo imprescindibile ingrediente per il successo.