Tenderlonious
Nazionalità: Inglese.
Il primo incontro: Ho invitato a suonare Tender a Torino con me e Moses Boyd durante un’edizione di Jazz Re:Found. E’ stato fantastico, lui ha passato tutto il tempo a bere, da quando siamo arrivati a Torino a quando siamo saliti sul palco. Anche durante il concerto ordinava i gin tonic al barman. Era sbronzo a tal punto che mandava a fanculo il pubblico che intanto lo adorava e gli lanciava baci. Ho capito da subito che il suo approccio punk era l’aspetto che adoravo di lui. Poi col tempo siamo diventati amici ed ho scoperto un animo molto più dolce ed educato fuori dal palco.
Cosa ti piace del suo modo di fare musica: Il suo è un modo iper-contemporaneo di pensare e suonare il jazz.