Bel Cobain – Pressure To Exist
Ottobre è iniziato da qualche giorno e stiamo in maniche corte fino alle nove di sera, in uno stato di allarme continuo, cercando la pace in posti sempre più piccoli e nascosti, inaccessibili al mondo. È uscito un nuovo singolo della cantautrice inglese Bel Cobain, prodotto dal napoletano Danny Diado, con un titolo sincero che rispecchia perfettamente la nostra epoca.
Pressure To Exist scava sotto la superficie dei sorrisi finti che facciamo per instagram e cerca di destreggiarsi nella complessità del mondo. È un brano intenso, lunatico, che scivola tra le dita. “Is this a breakthrough or a breakdown?”, canta e io non so rispondere, “i’m a danger to my own self, but they say that i’m the answer” e qualcosa si incastra nella gola. C’è un momento in Asteroid City in cui Augie Steenbeck dice al regista Shubert Green che non capisce la commedia, non la capisce proprio (e forse ormai nemmeno Wes Anderson capisce più cosa succede nei film di Wes Anderson), e lui gli risponde che non importa, è maledettamente bravo a farla, deve continuare a raccontare la storia. Anche Bel Cobain è della stessa idea: ci dice che non importa, che impariamo andando avanti.
Io ci sono alcune sere in cui vorrei soltanto chiudere la porta, tirare il chiavistello con la catenina come nei film, e aspettare pazientemente che la vita passi, senza la pressione di dover vivere per forza una vita piena e felice e confident e sana e soddisfacente e giusta.
È bello che delle canzoni come Pressure To Exist esistano (senza la pressione di dover esistere per forza).
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