Leo Pesci – Dario’s Pummarola (ft. John Swana)
“Uh Maronna mia,
commìè asciuta bella
sta take ch’he fatt!”
(concordo).
Abbiamo conosciuto Leo Pesci un paio di puntate di Puntine fa (#121) e ne scrivo ancora ancora perché quando sentiamo una cosa bella succede che poi vogliamo parlare solo di quella. Lo scorso venerdì è uscito per Ramrock Records il suo album “Impolite”, in cui collabora con 15 artisti della scena nu jazz londinese tra cui Jackson Mathod, Jay Phelps, Dylan Jones, Gabriele Pribetti, Tendayi, Dani Diodato e tanti altri, inclusa una leggenda del jazz americano: il trombettista John Swana.
“Impolite” è un album davvero bello, fa ciondolare la testa e alzare il pugno al cielo; è un disco di lotta e di contestazione sociale, un disco da mettere sul piatto e da suonare con la puntina di piombo (non fatelo davvero eh, altrimenti si rompe). “Impolite” fa divertire e sperare in un mondo senza corruzione e senza miseria, ballando. Dà la sensazione bella che senti quando vai a mangiare in trattoria e non hai prenotato e il cameriere dice “mi si è appena liberato un tavolo, prego”. E ti siedi e c’è l’ombra, e il vino rosso della casa non fa venire il mal di testa, e il pane è già in tavola. Jackpot.
Mi è venuto in mente un pezzo di Enzo Jannacci (Bene Bravo) che dice “Non c’era una ragazza nel suo cuore, c’era un tango”. E così in “Impolite”: non c’è una ragazza nel suo disco, c’è un cazzo di groove.
(e quel pizzico di anticapitalismo che ci fa sentire vivi).
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