Lucinda Chua – Rose Garden
A volte sento che la vita mi chiude fuori.
Questa settimana è stata strana e difficile (ma molto bella), e ho pensato che forse, quado la vita mi chiude fuori, l’unica cosa che posso fare è girarci attorno, andare sul retro, e prendermi cura del mio giardino di rose con la stessa attenzione di una ricca e anziana signora. Un giardino di rose non serve a niente, ne aveva uno anche mia nonna Laudice: i fiori marciscono tutti assieme, attira la maggior parte degli insetti del mondo, le spine graffiano le braccia, per terra c’è sempre fango. Ma il profumo che c’è lì, il profumo che senti quando una cosa di cui ti prendi amorevolmente cura anche se non ti da niente in cambio se non la tenacia della sopravvivenza, è un profumo che ti tiene in vita per sempre. E poi forse passeggiando proprio lì in mezzo ai calabroni, tra i boccioli ancora chiusi, può capitarmi di trovarti, o di trovare me stessa.
“Reclaming the Rose” è il nuovo piccolissimo (non dura nemmeno nove minuti) ep di Lucinda Chua. È uscito il 7 dicembre ed è bellissimo. “Reclaming the Rose” è una meditazione bilingue che esplora i ricordi, i ritorni, le radici ancestrali che danno un senso al presente, ispirandosi al viaggio della rosa, che da pianta indigena cinese arriva in Inghilterra nel 1700. Le parole della prima e dell’ultima canzone sono poesie di He Sun, recitate in inglese e in mandarino.
* informazione inutile ai fini delle vostre classifiche di fine anno con Lana Del Rey e Tirzah: “YIAN” di Lucinda Chua è uno dei miei dischi preferiti del 2023.
Lucinda Chua su instagram / bandcamp