Jackie West – Ruins
Tra le macerie della musica – decisamente non antisismica – uscita questa settimana spunta un quadrato azzurro: il nuovo disco di Jackie West, “Close To The Mystery”, in uscita il 10 maggio per Ruination Records. Il titolo viene da una frase che le rimbomba nella testa da tutta la vita e che si ripete come un mantra: “Only the wind can pull my body / Close to the mystery.” Il vento mi fa piangere (subito) e mi fa venire il mal di gola (poi), ma forse se chiudo gli occhi può anche spingermi verso il mistero.
L’album è stato registrato dal vivo con i musicisti (Jackie West, Sarah Pedinotti alla batteria / percussioni / voce / chitarra / pianoforte, synth, Nico Osborne al basso e pianoforte, Adam Brisbin alla chitarra, Shahzad Ismaily alla chitarra / pianoforte / synth e Katy Pinke alla voce) nella stessa stanza, al Figure 8 Studios di Brooklyn. Ho scritto tutti i nomi e tutti gli strumenti così potete immaginarli mentre si alzano e si scambiano di posto tra una canzone e l’altra.
Le canzoni di Jackie West hanno l’effetto calmante e a volte salvifico di quando si sta male e si scrive da qualche parte – sul diario, dietro uno scontrino, sulle bozze del telefono – quello che si prova, mettendo involontariamente in ordine, dando una forma al caos. Sembra che dica “visto? Bastava dirlo a qualcuno”, e scioglie i nodi, e calma il mare in tempesta. Scrive questo, a proposito del disco: “Close to the Mystery’s shadowy and varied stories all point back to the same hypothesis: that personal peace and fortitude can only come from within. It is hard to not want to return to them again and again—savoring their alluring contrasts, digging for fresh insights to guide our own journeys”.
Ruins è il nuovo singolo, è bello come sono belle le rovine.
Jackie West su instagram / bandcamp