Vulfmon – Tokyo Night (ft. Jacob Jeffries, Evangeline)
Mi sono sempre chiesta cosa c’è prima e dopo una canzone, anche solo un minuto. Prima di questo video, per esempio, quante volte ci hanno provato? Dopo questo video, per esempio, quanto forte hanno festeggiato?
Tu seduto sulla sedia con una gamba piegata sotto l’altra in una di quelle posizioni da non rivelare mai ai fisioterapisti / la canzone / i tuoi occhi che si perdono nel vuoto mentre il cervello galleggia nella serotonina (“quasi quasi la risento”). Un trittico affascinante. Io se potessi farei trittici di tutte le cose banali del mondo: una scena qualsiasi della vita ma con a destra il dopo e a sinistra il prima, come in quelle cornici messicane di latta lasciate aperte sugli altari. L’immagine del tempo che riconosco, le istruzioni per un buon romanzo, la stesa semplice dei tarocchi.
A volte perdere tempo per osservare le cose da vicino è la cosa più utile da fare. Com’eri prima di sentire tintinnare una tazza elettrica? Prima di perdere il controllo del tuo collo sulle spalle, come stavi? Hai ancora le sopracciglia alzate da quando ti ha sorpreso il sax? Io per esempio quando Tokyo Night è finita ho perso un’ora per cercare questa canzone che le assomiglia nel giro del piano.
Ah, questi stanno facendo un disco, preparatevi.
Ah, Evangeline: io ti amo.
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