Linn Koch-Emmery – A room where I can Scream
Mentre faccio i conti con l’illusione della democrazia (fuori e dentro di me), ascolto il nuovo disco di Linn Koch-Emmery, cantautrice svedese rock (senza tanti fronzoli). L’album si intitola “Borderline Iconic” e parla di lei, di musica, e della convivenza con un disturbo della personalità che attiva e l’amigdala ogni cinque secondi e stanca tutto il corpo.
Il disco inizia con la sua voce distorta che dice “I need a room where I can scream” e finisce così: “I could have done anything / at anytime / with anyone / any night / why do you think I am here?”, un ritratto (quello di Linn Koch-Emmery, il mio) così sincero che nemmeno dopo anni di terapia. Se c’è un posto dove questo disco doveva arrivare (e non so come sia arrivato) è tra le mie mani, e di conseguenza tra le vostre. Nessuno sforzo di cambiamento, nessun compromesso, solo segreti e goffi tentativi di resurrezione, l’ammissione di sentirsi al sicuro nel dolore degli altri, la stanchezza di dover trovare continuamente un equilibrio, di non sapere mai niente, di non ricordarsi mai niente, di non essere mai niente. “Borderline Iconic” è un libretto di istruzioni, la mappa di un centro commerciale enorme con le uscite di sicurezza segnalate e un appunto a matita che dice “resta qui. Anche se brucia tutto, ti prego, resta qui“.
“It’s not the end of the world,
It could really be worse”.
Linn Koch-Emmery su instagram / bandcamp