Maya Hawke – Chaos Angel
Chaos Angel è l’ultimo brano del nuovo disco di Maya Hawke, quello che dà il titolo all’album, il confessionale dove racconta tutto il suo dolore. Black Ice invece è il primo brano, quello dove sta la soluzione al problema. “Chaos Angel” è un mondo al contrario, prima le conclusioni e poi il dramma, in cui la gente stanca può sentirsi sollevata e in pace anche senza arrivare fino alla fine. L’intero album è disarmante, vulnerabile, dolce come un gesto inaspettato, l’accenno di un sogno. È ricco di meditazioni e mantra: “I want you, I love you, I promise, I’m sorry.” “I need you, I need you, I wanna be alone.” “If you’re OK, then I’m OK.”, una lista infinita di pattern dentro cui a volte rimaniamo intrappolati e altre volte ci danno la forza inversa per uscirne.
“Chaos Angel” è in qualche modo intrecciato al film che stava girando nello stesso periodo, Wildcat, un biopic sulla scrittrice statunitense Flannery O’Connor, diretto dal padre Ethan Hawke. Il film e il disco si incontrano in alcune immagini cattoliche e commoventi, nella voce interiore che vuole proteggerla e che lei non riesce ad ascoltare, nel riflesso spirituale della realtà.
Siccome casualmente mi è venuta in mente una cosa che Elsa Morante aveva scritto sul retro di una cartolina a Pasolini (“è bello solo quello che si ammira in compagnia”), allora vi lascio qui un video bello con Maya Hawke in cui si sorride ma soprattutto si scopre che Ethan Hawke per il primo appuntamento ha portato Uma Thurman al cinema a vedere un film di Cassavetes (esiste al mondo una cosa più Ethan Hawke di questa? Forse soltanto far recitare a sua figlia la parte di Flannery O’Connor).
“Chaos Angel” sembra l’interno accartocciato e luminoso di certe conchiglie, o il blister argentato dell’antibiotico appena hai spinto fuori la pastiglia.
Maya Hawke su instagram / bandcamp