Orlando Weeks – Sorry
Sfogliando i diari di Cesare Zavattini una domenica ho letto che “Tutti camminano per strada in cerca di una faccia (o di una situazione) che li rassicuri”. Ho pensato che era vero, e che anche con la musica funziona un po’ allo stesso modo. Zavattini è illuminante, quando uno si sente in mezzo al buio. “LOJA”, il nuovo album di Orlando Weeks, è rassicurante come trovare una faccia gentile mentre camminiamo. Soprattutto oggi mentre scrivo, che – ho letto – è il Panic Day (confermato al 100%), ma anche oggi mentre leggi, che per un’incredibile fatalità è la giornata internazionale delle passeggiate.
“LOJA” (negozio, in portoghese) è un disco bello, registrato un po’ sull’isola di Wight e un po’ a Lisbona (dove Orlando Weeks si è trasferito con la sua band). Il lancio dell’album è stato alla Copeland Gallery di Londra, accompagnato da un’esibizione artistica e una mostra concentrate sull’artwork della copertina, raccontata qui.
Sorry è il mio brano preferito del disco, perché si chiama come la mia parola preferita del mondo da dire e da sentire (scusa) e perché sembra una canzone dei Postal Service cantata da Jens Lekman. Sorry è il primo morso di un cibo delizioso, l’ultimo metro della strada che passato il bosco ci fa spuntare su una radura.
(e sì: Orlando Weeks è quello dei Maccabees).
Orlando Weeks su instagram