Geoffroy – Only Child
Only Child è un brano sulle sovrastrutture, sui no che vogliono dire si, sulle impalcature che diventano gabbie, sulle cose che non si capiscono e che ormai siamo vecchi per imparare. Non possiamo volerci bene e basta? (l’eco dell’urlo nel vuoto della valle). Only Child è il brano che apre “Good Boy”, il quarto album dell’artista canadese Geoffroy.
Ci ho pensato: non è un disco da giorno, non è un disco da sera; è una musica che continua a bollire, si trasforma e ci trasforma. Ogni album (“Coastline” nel 2017, “1952” nel 2019, “Live Slow Die Wise” nel 2022 e “Good Boy” nel 2024) riflette un periodo della sua vita attraverso i suoni che sperimentava e che più gli erano familiari in quel momento. In “Good Boy” si sente la cumbia, il Sud America, il Messico, l’Africa, tutte quelle musiche che nascono in un posto specifico e che ci collegano in modo primordiale alla Terra.
Un’altra cosa ha influenzato il disco oltre alla linea dell’equatore: il suo cagnolino Papi, di cui si è innamorato in un rifugio a Città del Messico nel 2022 e che ha portato a casa con lui dopo pochi giorni, lasciandosi ispirare per il brano Early Morning Sun e un po’ per tutto l’ecosistema dell’album. Il disegno sulla copertina è di Dave Bowers – calamita per i miei occhi e motivo per cui sono arrivata qui.
“Good Boy” è un bellissimo disco estivo, d’attesa e di desiderio.
Geoffroy su instagram / bandcamp