Tara Lily – Like The Ocean
Lo scorso venerdì è uscito “Speak In The Dark”, il primo album dell’artista Tara Lily. Crescere a sud di Londra in una famiglia bengalese ha dato a Tara Lily una prospettiva unica sulla musica e sulla cultura globale. Ha trascorso la sua vita assorbendo tantissimi suoni e generi: elettronica, jazz spirituale, r’n’b, musica popolare tradizionale bengalese. Tutto si mescola e ha una vita nuova nelle sue canzoni.
“Speak In The Dark” è un disco sulla verità e sul desiderio e la necessità di condividerla a voce alta. Tara Lily ha una diagnosi di ADHD da quando aveva quindici anni, e questo album ne è un po’ la rappresentazione musicale: interessante, impulsivo, aperto su tante possibilità e direzioni diverse contemporaneamente. I testi sono profondi, viscerali. È un disco che racchiude e protegge una pulsione di morte: si percepisce nella dea Kali che corre su una moto da cross nel video di Double Time: “I’m not afraid to die / Come undercover and I won’t do what I’m told / Reckless nights by the side of the road. Try and fight me I will lose control” e si sente benissimo nell’ultimo brano, Untold. “Looking back behind me to all that came before me, thinking about who loved me / My tears tremble when I think of you. There’s no going back to the road that was meant for you / The moon comes out to say goodbye” è la vita dopo la morte e anche un cenno alla famigerata canzone suicida di Reszo Seress del 1933 – di cui abbiamo parlato nella puntata #137 di Puntine. La voce di Tara Lily diventa all’improvviso nuvolosa, si muove nella stanza come il pulviscolo quando entra un raggio di sole: rende l’aria fisica, piena. Prende in prestito la frase “Death is no dream, for in death I am caressing you.”
Musicalmente è un disco vario e complesso, prodotto da Dom Valentino (Greentea Peng, Skepta), e in cui compaiono: il trombettista americano Theo Croker, il sassofonista Jazz Lee, Surya Sen, Archy Marshall (sì!) e un omaggio a Naima di John Coltrane, reimmaginata con synth e sitar. È un disco bello, ne parlerei per ore (ma giuro, è meglio se lo ascoltate).
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