Era già tutto nel titolo del suo primo disco.
“Città Futura”: l’ambizione visionaria di riscrivere il futuro di una città come Napoli che troppo spesso si dà per spacciato.
Bassolino torna sul terreno sdrucciolevole della sua città per fortificarne le fondamenta e lo fa attraverso un nuovo progetto dal titolo “Camera sul Porto” nel quale è affiancato dai ragazzi di Discoteca di Stato e Maremosso.
3 dj-set ambientati in un luogo abbandonato, al fine di rilanciarlo come nuovo centro culturale e provare a riscriverne il futuro.
Abbiamo chiesto a Bassolino di raccontarci meglio l’idea di “Camera sul Porto” che vi presentiamo qui in anteprima.
“I piedi si muovono su calcinacci e piastrelle che si frantumano piacevolmente sotto le suole delle mie scarpe. Non c’è più nulla se non la brutalità. Questa è la fine della musica, penso. Un detrito che vaga disperato e disperso, come un brandello di un futuro possibile mai realizzato. Sono un figlio abbandonato. Ma improvvisamente quel mare arriva dentro, inonda il cemento impossibile e infrange ogni vetro. Le finestre si fanno riverbero di sé stesse e mi illuminano di mille cristalli. Il passato ritorna confuso alla mente come un’epifania sonora. E pare che tutta la città mi stia sentendo. Alluccate pe’ mme! Currite ccà! «Chest è a casa mia!»” Vincenzo Luca Borriello.
Cos’è Camera sul Porto?
Camera sul porto è un progetto musicale che nasce dalla mia collaborazione con Discoteca di Stato e Maremosso, basato sull’idea di sonorizzare un non-luogo come la Casa del Portuale di Aldo Loris Rossi. L’edificio misticamente brutalista già noto per essere comparso in numerosi set di video musicali e serie televisive non è stato mai rappresentato nella sua originale utilità, nella sua funzione sociale. Abbiamo deciso così di portare la musica lì per rivendicare il diritto ad una possibilità socio/culturale di questo spazio cittadino abbandonato.
Com’è nata l’idea di questa collaborazione con Discoteca Di Stato e Maremosso?
Io ero da tempo in fissa di voler scattare delle foto alla casa del portuale in quanto esteticamente ed eticamente accostabile ai temi presenti nella copertina di “Città Futura” (Ilva di Bagnoli) Intanto parallelamente i ragazzi di DiscotecadiStato e Maremosso si stavano muovendo per sondare il terreno. Dopo un set fatto assieme ci siamo ritrovati a parlare tutti della stessa cosa: “Quel posto è assurdo, pensa a poterci suonare con i dischi?” Dopo svariati tentativi a Luglio sotto un sole cocente siamo riusciti a girare.
La nostra idea è quella di rappresentare delle realtà vive:La musica, gli spazi, le possibilità, la città.
Il tuo è un progetto indissolubilmente legato alla città. In che modo Napoli influenza la tua musica?
Napoli è necessaria e la ritrovo in tanti elementi della mia musica: osservare trasversalmente la città è ciò che più ritengo sia interessante, accostarla ad altri posti e paesi (vedi via Kagoshima a Napoli) e scoprire punti in comune con altre culture musicali è ciò che più mi arricchisce.
Ci sono altri luoghi “abbandonati” di Napoli in cui ti piacerebbe esportare questo tipo di progetto?
Napoli Est è piena di non-luoghi, sicuramente l’Ex Manifattura Tabacchi nella zona Industriale ha un grandissimo fascino come tanti altri edifici situati da quelle parti:
L’idea di “Città Futura” passa sicuramente anche da lì.