Julia Sabra – Hands
Le mani che accarezzano un maglione di lana, o la schiena di un cane che dorme, che raccolgono i petali di un fiore appassito sul tavolo. Le mani aperte verso l’alto per sentire se piove, verso il basso per sentire se scotta, piegate di lato in attesa di una stretta. Mani che tengono, che sfogliano, che cuciscono, che fanno gesti che sono solo nostri. Mani di macellaio o di chirurgo, mani di dattolografo, di fumatore. Mani che possono esse fero o piuma, e che sono le protagoniste di Hands, una canzone bellissima contenuta in “Natural History Museum”, il nuovo album di Julia Sabra.
“Natural History Museum” è una raccolta di canzoni scritte tra il 2020 e il 2024 a Beirut. Julia Sabra è una cantautrice, musicista, compositrice e ingegnere del suono libanese, la sua musica è dolce e mesta, con una luce che brilla fioca proprio al centro. Nell’album canta la malinconia dell’amore e la malinconia della guerra, nello stesso respiro. È un album toccante, pieno di segreti e di cose piccole e bellissime che si nascondono bene. Le canzoni sono registrate sul nastro così come sono nate, imperfette, non editate, alcune registrate in studio e alcune all’interno della chiesa di Dhour Shweir dove Julia ha passato l’infanzia.
Quando ho sentito “Natural History Museum” per la prima volta mi sono sentita come se avessi scoperto che le cose normali sono vere, vive, improvvisamente importanti, come quando leggo una poesia che capisco. Sono canzoni sulla vita passata a raccogliere i pezzi, sul futuro che non pesa niente rispetto al passato, sul mondo che va avanti mentre le immagini di un genocidio ci riempiono gli occhi ogni giorno. Sono lì, anche se lavoro e vado a bere l’aperitivo, io so a memoria gli occhi di un uomo che si è appuntato vicino al cuore il piccolo orecchino rosa della sua bambina. Non lo conosco, non so nemmeno se è ancora vivo, ci penso ogni giorno, vorrei che la Palestina non fosse occupata, vorrei che il Libano non fosse un territorio di guerra, vorrei che tutti sentissero questo disco e questa canzone, Hands, che dice “Hands that sew up holes, made by explosions / erasing the traces from a couch, a nose, an eyebrow / Hands as warm as a radiator / You turned a girl’s crush into a love so true.” e sentissero il cuore battere davvero.
“Natural History Museum” è anche una cassettina, si compra su bandcamp.
Julia Sabra su instagram / bandcamp