Testo di Rachele Latina.
Era il 1969 quando in una fattoria nello stato di New York si celebrò la libertà, ma più precisamente stiamo parlando di Woodstock. Un disastro finanziario che divenne un evento storico per aver radunato 400000 persone, facendo sì che la cultura hippie arrivasse al suo apice. Artisti come Jimi Hendrix e Santana si esibirono, aprendo le danze alla cultura dei festival.
I festival non rappresentano soltanto un evento musicale, ma un momento di condivisione, di creazione di identità, dove tutti i partecipanti sentono di appartenere alla stessa comunità.
Nelle ultime settimane tuttavia si è parlato di una fase di crisi soprattutto correlata ai grossi eventi come Coachella o Lollapalooza.
Tra le cause c’è sicuramente l’aumento dei prezzi, che ha portato ad un calo notevole delle partecipazioni.
A tal proposito, possiamo parlare invece di una controtendenza per quanto riguarda il nostro paese.
Negli ultimi anni infatti, in Italia c’è stato un grande avvicinamento ai festival, tanto che anche città minori si sono spinte oltre, proponendo nuovi progetti musicali ideati per aumentare la fruizione di cultura e aggregare tutti gli appassionati, e anche i nuovi arrivati in questo mondo.
La ragione principale è certamente la voglia di ritornare ad ascoltare musica dal vivo, nata successivamente al periodo Covid. Dopo anni di restrizioni, coprifuoco ed eventi sospesi, i festival sono diventati il simbolo della libertà ritrovata, un’occasione di festeggiamenti in cui la gente ha ripreso ad abbracciarsi cantando insieme. In Italia specialmente, rispetto ad altre nazioni, la realizzazione di festival ed eventi di musica dal vivo ha avuto un boom negli ultimi dieci anni, mantenendosi adesso un fenomeno ancora di tendenza. Questo trend viene rafforzato soprattutto grazie alla volontà di tanti piccoli centri di realizzare nuovi progetti, feste e momenti di cultura.
Parallelamente, come reazione ad un senso di isolamento, la musica dal vivo rappresenta una risposta alla crescente alienazione causata dalla tecnologica e dalle piattaforme streaming, che offrono un approccio molto più asettico alla musica.
Rispetto ad un passato dove non c’era internet e l’unico modo per vedere la tua band preferita, a parte la tv, erano i concerti, l’avvento del web ha portato ad una presenza anche esagerata di contenuti fruibili. I concerti sono al contrario un ritorno alla realtà, al vivere la musica concretamente, senza schermi, smartphone e piattaforme.
La realtà dei festival, nel corso degli anni, si è sempre più evoluta, trasformando gli eventi musicali in progetti culturali, includendo delle esperienze personali e coinvolgendo alte sfere come arte, moda e food. Basti pensare al MI AMI, per non andare troppo lontano, dove ogni brand partner proponeva un’esperienza, e svariate attività di food and beverage contribuivano alla creazione di un vero e proprio villaggio.
Gli esempi sono molteplici, dal C2C Festival con il suo avant-pop al Viva! Festival o al Polifonic, in Valle d’Itria, che parallelamente propone una line up con nomi del carico di Dj Koze, Dyxon e Disclosure, affrontando il tema del futurismo con esperienze sensoriali ed installazioni artistiche.
L’Ortigia Sound, festival rinomato di musica elettronica che si tiene a Siracusa, ha addirittura coinvolto dei giri in barca e performance teatrali all’interno dell’evento.
Il Nextones in Piemonte ha ospitato delle performance musicali in una cava di granito, contribuendo alla scoperta del territorio con una serie di esplorazioni geologiche.
Dal punto di vista degli artisti, gli show preparati per un festival molto spesso non sono semplici esibizioni, ma spettacoli veri e propri, durante i quali viene portato sul palco un messaggio. Questo approccio panoramico, sicuramente più consolidato nel contesto internazionale, sta prendendo piede anche in Italia.
I Tamango per esempio, durante la loro performance al palco Champions del MI AMI, non si sono limitati a portare sul palco i loro pezzi, ma hanno creato un vero e proprio momento di ribellione: tra bandiere, fumogeni e facce dipinte.
Elisa la scorsa estate si è esibita su una barca, direttamente dalle acque di Panarea, in occasione dell’Eolie Music Fest.
Impossibile non citare considerando gli eventi atipici del 2024 la presenza di Jovanotti nella carriera creativa di Rick Rubin. Il rapporto tra l’artista italiano e il produttore americano ha fatto sì che quest’ultimo scoprisse le magie della Toscana, per innamorarsene fino al punto di realizzare in un paesino il Festival of The Sun. Un momento di celebrazione del solstizio d’estate, durante il quale una delle menti più brillanti del mondo creativo ha unito artisti che spaziano da Jovanotti a James Blake, in una chiesa del 1100 a Casole d’Elsa.
Insomma, un festival rappresenta un vero e proprio connubio di culture, in grado di trasformare la fama di una città e modificarne addirittura le dinamiche turistiche nel caso dei grandi festival.
Partecipare ad eventi come questi rappresenta una fuga dalla realtà, un momento dove è possibile immergersi a 360 gradi nella musica, dove fare nuove amicizie con persone simili a te, e scappare dalla quotidianità.
Inoltre, uno degli aspetti più belli è la scoperta di nuova musica. In queste occasioni si ha la possibilità di ascoltare artisti sconosciuti, soprattutto emergenti, che altrimenti non avrebbero avuto la possibilità di farsi notare. Prendere parte ad un evento del genere è una possibilità unica per assistere a tantissimi concerti allo stesso tempo.
Ad un festival tendenzialmente si gira tra i vari palchi, ci sono poi i fan sfegatati che trascorrono la giornata sotto palco in attesa del loro artista preferito, ma di solito è un approccio diverso dai concerti, ci si gode la giornata sotto ogni punto di vista, soprattutto quando si va con un grande gruppo di amici. A tal proposito l’evento diventa una possibilità di fare qualcosa di unico, e nell’era dei social è sicuramente una notizia da raccontare.
Restando in tema social, è necessario considerarli tra i primi responsabili della popolarità di questa tendenza. In un mondo dove tutto deve essere raccontato, in maniera anche ossessiva, queste occasioni di raduno e festa rappresentano una scusa per riempire Instagram di stories e post, facendo sì che la voce si sparga, coinvolgendo sempre più persone. Oltretutto, l’avvento di TikTok ha incrementato la produzione di contenuti in maniera esponenziale, facendo sì che i festival ottengano nuovi sponsor, i quali a loro volta scelgono di partecipare, coinvolgendo content creators per aumentare la propria brand awareness.
Nell’era della FOMO è assurdo vedere come anche ragazzi non appassionati di musica decidano di riservarsi un biglietto per “esserci”. Questo fenomeno ha un duplice aspetto: positivo perché sempre più persone si avvicinano alla musica, negativo perché sempre più persone sono lì soltanto per apparenza, e non per gustare genuinamente della presenza di una varietà di artisti.
Spostandoci verso un fronte etico, i festival hanno subito una grande evoluzione dal punto di vista della sostenibilità. Molti eventi infatti si sono attrezzati per affrontare gli eventi in maniera quanto più sostenibile possibile.
Al festival Terraforma (Milano), sono stati promossi progetti di riforestazione e workshop sull’ecologia ad esempio, mentre al Polifonic sono state svolte attività educative sulla sostenibilità legata al turismo e alla musica. Il Festambiente in Toscana più di tutti ha lavorato in tal senso, riuscendo addirittura ad essere alimentato da fonti rinnovabili, utilizzando sistemi di gestione rifiuti avanzati, proponendo dei talk per sensibilizzare in merito alle tematiche ambientali.
Rimanendo sempre vicini ai topic più caldi della scena contemporanea, è importante anche sottolineare il contributo dei festival nell’emancipazione delle donne in musica, lavorando a favore dell’uguaglianza di genere.
Il MI AMI in primis garantisce un equilibrio tra artisti uomini e donne, offrendo panel e dibattiti su temi come inclusione e donne nell’industria musicale. Il Locus Festival in Puglia ha trattato della leadership femminile nell’industria creativa, così come il JazzMi parallelamente, che ha affrontato il tema delle donne nel jazz, spesso marginalizzate, dando visibilità a voci femminili.
Il Gender Bender Festival, a Bologna, ha come obiettivo principale la discussione sull’identità di genere nell’arte e nella musica, finalizzata a rompere stereotipi e promuovere una cultura inclusiva attraverso le arti. Per ultimo, ma non per importanza, l’Indiegeno fest che si svolge a Tindari, ha collaborato con l’associazione Keychange, a favore della parità di genere nell’industria musicale.
Considerando tutti i fattori che hanno contribuito al boom dei festival musicali in Italia, è importante far caso a quanto la musica e, in generale, il vivere la cultura sia diventato necessario tra le nuove generazioni. L’Italia, paragonata ad altri grandi nazioni, è sempre stata un po’ indietro nell’organizzare grandi festival, e nel promuovere la cultura contemporanea, restando più legata alle forme di cultura tradizionali. L’evoluzione in questo senso permette innanzitutto una crescita per far sì che la realtà italiana possa stare al passo con quelle estere. In secondo luogo, l’insediamento di forme culturali che rispecchino il nostro tempo, è simbolo di emancipazione, necessario per ampliare le vedute e aprirsi al nuovo.
L’interesse della Gen-z e in generale dei giovani è un grandissimo risultato che manifesta un interesse verso l’arte, verso la creazione di una comunità sana e stimolante, pronta ad accogliere idee e libere forme di espressione.
Sempre più ragazzi decidono di intraprendere una carriera all’interno del mondo culturale e della creazione di eventi, e questo è un segnale fondamentale che mostra la voglia di esprimersi. L’attenzione verso questo ambito è necessaria per far sì che la musica diventi un pilastro fondante della nostra economia e dei nostri core values.
In conclusione, la controtendenza che l’Italia manifesta rispetto ad altri festival internazionali, rappresenta un’opportunità per il nostro paese di farsi notare da un nuovo punto di vista e rafforzare la sua identità artistica.