Sabato notte, tra l’1:30 e le 2:00, numerosi artisti, dj, locali, serate, influencer e realtà della scena indie hanno ascoltato in anteprima il singolo di ENNE, Al centro di una guerra, filmandosi e pubblicando video sui social.
Te ne sarai forse accorto, se eri su Instagram a quell’ora, che l’abbiam fatto anche noi di DLSO.
L’idea di ENNE è quella di un istant viral video, pensato come un montaggio vapor di tutte le stories Instagram e Facebook ancora in feed e prese prima che bruciassero, come in una guerra.
Quello che ne è venuto fuori lo guardi qui sotto e poi puoi leggere la mini-intervista fatta ad ENNE per capirne di più.
Ciao Enne, da dove nasce l’idea di realizzare un video montando dirette e stories dal feed di Instagram?
Ciao ragazzi! Devo ammettere che l’idea base delle dirette è partita dal mio produttore, Federico, il quale inizialmente si immaginava 4-5 persone che partono da un certo luogo con una diretta Facebook / Instagram per poi incontrarsi tutti alla stessa macchina e farsi un giro ascoltandosi il pezzo; poi è pian piano emersa la mia megalomania latente e mi sono detto “Sì, okay, ma a sto punto facciamola più grande!” ed ecco azionarsi il frullatore di idee: volevo girare il videoclip al mio party a Bergamo (Zelda, dove per l’occasione ho ospitato i creatori di A Night at San Junipero), ma anche coinvolgere tanti amici nel mondo della musica, per dare quel senso di viralità e istantaneità comunicativa di cui parla il testo stesso. E’ finita con me attaccato al cellulare a sentire gente per settimane, ma alla fine i risultati sono stati super soddisfacenti devo dire. All’1.30-2.00 di sabato questo pezzo suonava nello stesso momento al Covo a Bologna, all’Ohibò a Milano, all’Ottobit a Firenze e in città come Roma, Berlino, Londra, Parigi e Sydney, ma anche in studi, camerette, cittadine e quartieri. C’è pure una ripresa dalla macchina che inquadra sulle Vele di Scampia, quelle di Gomorra, dato che con le serie tv ci voglio sempre azzeccare.
Ce n’è una che hai amato più delle altre?
Sarei propenso a risponderti “quella sulla mia pagina”, ma solo perché so quanto tutto sia stato calcolato al millimetro con i miei videomaker di No Elevator Studio, per avere nel videoclip le tempistiche perfette. Lasciando perdere questo aspetto, davvero ne sono arrivate una miriade (molte non sono finite manco nel video per mancanza di spazio e per non creare troppa confusione!). Ho adorato quella di Kenobit, con cui tra l’altro sto collaborando per una traccia inedita, con il gameplay di ‘Hotline Miami’; e poi credo di essere il primo al mondo ad avere in un videoclip la faccia di Fabio Nirta!
Anche Al centro di una guerra è un po’, diciamo così, digital-oriented. L’hai pensata come uno spin-off di San Junipero?
A dire il vero ‘Al centro di una guerra’ è il primissimo pezzo che ho scritto, esiste da 6-7 mesi e ha vissuto qualche evoluzione necessaria sia a livello di testo che di base. Dunque spin-off di ‘San Junipero’ direi di no, piuttosto concordo sul fatto che segue un certo fil rouge digitale, nel suo parlare di social, di viralità, nell’estetica e nella natura stesse del video. Se però nel primo singolo la tematica principale era quella di un amore impossibile, qui è forse l’opposto: l’odio come sentimento quotidiano, quasi necessario. In fin dei conti il pezzo è contemporaneamente uno sfogo e una presa di coscienza autoironica (personale, ma volendo anche generazionale), nei confronti di tutta una serie di categorie verso cui ci mostriamo essere assidui hater, ma di cui spesso facciamo parte noi stessi. E forse per assurdo l’odio è quella cosa che più di unisce, d’altronde il nemico del mio nemico è mio amico, no?